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Con 11 km di sviluppo, diciannove bastioni e sei porte superstiti, le mura rinascimentali di Padova sono, per dimensioni, il più grande monumento della città. Con i resti delle mura comunali e carraresi, le porte e il castello, costituiscono un patrimonio di storia, cultura e arte di enorme valore. Eppure sono ancor oggi fra i monumenti più trascurati e meno noti agli stessi padovani.
Il Comitato Mura, che da più di quarant'anni si batte per la loro salvaguardia, ripara a questa mancanza di attenzione e conoscenza, fornendo in questo sito informazioni e documenti sulle strutture difensive della città succedutesi nel corso dei secoli.
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NOTIZIE
Libri e riviste in uscita che trattano, sotto qualsiasi aspetto, delle strutture difensive di Padova e del suo territorio o di argomenti correlati.
Non è una bibliografia, è un notiziario, che comprende solo libri e riviste pubblicati a partire da fine 2009.
La pubblicazione di una esaurinte bibliografia è ancora allo stato di progetto.
Nel frattempo, note bibliografiche specifiche si possono trovare in molte pagine del menu Le mura di Padova, in appendice o nelle note.
L'elenco delle pubblicazioni del Comitato Mura è QUI.
Le segnalazioni più recenti sono in testa all'elenco.
Pagina a cura di U. Fadini
(aggiornamento 3 giugno 2024)
- Bollettino del Museo Civico di Padova, A. CX-CXI (2021-2022), 128 pagine, brossura, 17x24 cm, Skira, Milano, 2023, €25,00
Dando il bentornato al redivivo Bollettino (sostituito per qualche anno da cataloghi di mostre), segnaliamo che l'annata 2021-2022, uscita a fine 2023 e ultima della vecchia serie, ora sostituita dalla Nuova serie con immagini a colori, contiene un articolo che ci riguarda, Il leone e la Gatta di Codalunga, una piccola ricerca casuale di Ugo Fadini, che ha ricostruito la provenienza di una delle due teste di leone marciano che il Museo custodisce. Di una, oggi esposta nel nuovo lapidario, si sapeva che veniva da porta Santa Croce, dell'altra, quella esposta nel 2014 nella mostra "Padova è le sue mura" mancavano informazioni, che invece giacevano negli archivi...
In considerazione della difficile reperibilità del Bollettino in edizione cartacea, l'articolo citato può essere scaricato QUI
- Porte e accessi fortificati nel Veneto, dall'età romana all'età moderna, di Francesco Tavella, 2 volumi indivisibili:
Vol 1, Archeologia, storia, tipologie, 400 pagine, Vol 2, Guida - Catalogo fotografico, brossura con sovracoperta illustrata, 17x24 cm, Società Archeologica Veneta ODV, Padova,, 2023, s.i.p.
Un lavoro immane, unico per sistematicità e capillarità della ricerca, che solo un non addetto ai lavori, ma appassionato, competente e senza preconcetti poteva affrontare. Costruito negli anni visitando di persona, salvo poche eccezioni, tutti i luoghi documentati. L'esperienza diretta e il confronto fra tutte le strutture ancora esistenti, con la sola limitazione geografica (il Veneto, inteso come regione attuale) hanno permesso all'autore di correggere e a volte contraddire convinzioni radicate fra gli studiosi e di fare luce su aspetti trascurati, mettendo a fuoco processi evolutivi degli accessi fortificati in generale e dei dettagli che li compongono, come ponti levatoi, saracinesche, cardini e via dicendo.
I sottotitoli dei due volumi ne spiegano il diverso contenuto: il primo uno studio sull'evoluzione delle strutture di accesso e una classificazione per tiologia, il secondo una guida-catalogo che elenca e descrive in dettaglio singola struttura, che può servire come guida alal visita, ma costiotuisce anche la base su cui gli studi contenuti nel primo volume si basano, cosa che rende i due volumi complementari e assolutamente inseparabili.
- Il castello di Padova in età carrarese (1374-1405), di Federico Pigozzo, 72 pagine, brossura, 23x22 cm, Cleup, Padova, 2023, €19,00
Ancora un breve ma interessante saggio sul castello carrarese, che si concentra sul trentennio che intercorre fra l'inizio della sua costruzione e la fine della signoria carrarese ad opera della Serenissima. Molte le nuove informazioni, desunte da documenti in parte inediti, che confermano e approfondiscono le due fasi ben distinte che ne caratterizzano, nel passaggio da Francesco il Vecchio al Novello, sia l'utilizzo, che l'organizzazione interna, accompagnati da interventi importanti sulle decorazioni, che vedono anch'esse almeno due fasi distinte, come già era emerso dagli studi pubblicati nel volume curato da Giovanna Valenzano.
- Galileo n. 269, dicembre 2023, edita dal Collegio degli Ingegneri della Provincia di Padova, Padova, scaricabile gratuitamente alla pagina https://www.collegioingegneripadova.it/rivista.html
L'instancabile Vittorio Spigai torna sui problemi del Parco delle Mura e delle Acque con un Appello per l'illuminazione delle Mura rinascimentali. Verso una 'reintegrazione dell'immagine' del centro storico di Padova, in realtà una approfondita disamina delle ragioni profonde che rendono necessaria e urgente l'operazione di dare finalmente visibilità anche notturna alle mura, cui l'amministrazione ha dato corso ormai da parecchi anni, senza che si vedano ancora risultati e, al contrario, i voluminosi corpi illuminanti già installati, anche troppo visibili di giorno ma ancora spnti la notte, lasciano dubbiosi sulla qualità dell'illuminazione che verrà e sui criteri e obiettivi che ne hanno guidato la scelta.
- Galileo n. 268, ottobre-novembre 2023, edita dal Collegio degli Ingegneri della Provincia di Padova, Padova, scaricabile gratuitamente alla pagina https://www.collegioingegneripadova.it/rivista.html
Un numero monografico dedicato a I canali di Padova non poteva non includere un articolo su Il Parco delle Mura e il sistema delle acque di Padova e del suo territorio, nel quale Vittorio Spigai ne illustra ancora una volta diffusamente storia, necessità e opportunità offerte. Ma ugualmente interessanti molti degli altri saggi e articoli, che affrontano le acque di Padova da ogni possibile punto di vista..
- Padova e il suo Territorio n. 225, ottobre 2023, edita dall'Associazione "Padova e il suo territorio", Padova, €6,00
Di questo numero vi segnaliamo l'articolo di patrizia Dal Zotto su Gerolamo de Lalande e una mappa poco nota di Padova nel Settecento, perché tratta di una pianta che in realtà a chi segue le vicende delle mura di Padova dovrebbe essere abbastanza familiare: compare infatti (in forma, occorre dirlo, assai più leggibile!) nella nostra monografia sul Castelnuovo, per la quale proprio Dal Zotto e Ulandi l'avevano rintracciata alla Bibliothèque nationale de France. La mappa, di notevole qualità grafica, è ancora di autore ignoto, ma l'autrice ne precisa la probabile datazione, grazie all'accuratezza delle informazioni che contine, faceva parte dei materiali che Lalande riportò con sé in Francia, in vista della pubblicazione del suo "Voyage en Italie".
- Defensive architecture of the Mediterranean 15, a cura di Marco Giorgio Bevilacqua e Denise Ulivieri, pubblicato in pdf con licenza Creative Commons, Pisa University Press, Pisa, 2023, scaricabile gratuitamente online
Nell'edizione 2023 dei convegni FORTMED Cosimo Monteleone e Federico Panarotto dell'Università di Padova, nell'ambito tematico "Digital heritage", trattano del Castelnuovo, la fortezza dimenticata, riassumendone storia e caratteristiche, ma illustrando in particolare il modello digitale realizzato per la sua tesi di laurea da Michelangelo Mezzocolli, cui il Comitato Mura ha fornito sostegno e collaborazione e i cui elaborati video sono stati in seguito utiilizzati nella sperimentazione del Museo Multimediale delle Mura e verranno nuovamente impiegati nella stazione di Mura Vive di prossima apertura.
- Luigi il Grande Rex Hungariae. Guerre, arti e mobilità tra Padova, Buda e l'Europa al tempo dei Carraresi, a cura di Giovanna Baldissin Molli, Franco Benucci, Maria Teresa Dolso e Ágnes Màté, 570 pagine, brossura, 17x24 cm, Viella, Roma, 2022, € 60,00
Il corposo volume raccoglie in ventisette saggi gli atti del convegno tenutosi a Padova dal 22 al 24 settembre 2021 presso il DiSSGeA dell'Università di Padova, che vedeva fra i numerosi enti promotori anche il Comitato Mura. I legami fra Luigi il Grande, re angioino d'Ungheria, e i Carraresi signori di Padova è ben noto e trova negli affreschi di una sala del castello carrarese una conferma, ma non sufficientemente indagati erano stati fino ad ora i reali rapporti di intescambio, non solo a livello di alleanza militare e occasionale supporto economico, fra le due corti e più in generale i due ambienti culturali, vivace e ambizioso quello padovano, quanto inserito nella più vasta rete europea quello di Buda. Un QR code all'interno del volume permette di assistere a una visita guidata alle sale affrescate del castello carrarese.
(aggiornamento 21 marzo 2023)
- Padova e il suo Territorio n. 221, febbraio 2023, edita dall'Associazione "Padova e il suo territorio", Padova, €6,00
Un paio di articoli sulle fortificazioni del territorio: il primo, Sulle tracce dei castelli di Galzignano Terme, di Mattia Bianco, basandosi più sulle memorie locali che sui pochissimi documenti disponibili, tratta dei due castelli esistenti secoli fa nel territorio del comune, scomparsi entrambi precocemente e oggi ridotti a pochi miseri resti. Il secondo, di Federico Pigozzo, tratta de Il castello di Monselice in epoca scaligera (1317-1338) con dovizia di documenti d'archivio inediti, fornendo un quadro attendibile degli interventi scaligeri per la difesa di quello che consideravano a ragione un avamposto strategico.
- Galileo n. 263, gennaio-febbraio 2023, edita dal Collegio degli Ingegneri della Provincia di Padova, Padova, scaricabile gratuitamente alla pagina https://www.collegioingegneripadova.it/rivista.html
L'ultimo numero ("speciale") della rivista degli ingegneri padovani pubblica gli atti del secondo incontro di studio organizzato, dopo quello del 2019, dal gruppo informale formatosi intorno al tema del Parco delle Mura e delle Acque e ai suoi probelmi, a partire dall'infausta decisione di costruire la nuova Pediatria a due passi dalle mura. Il tema dell'incontro, tenutosi il 15 maggio 2022 presso la sede dell'Ordine degli Architetti, era più ampio ("Quali politiche per il centro storico di Padova"), ma è chiaro che nel Parco, e nei tanti snodi irrisolti al suo interno, aveva il suo fulcro, dall'ospedale alla Prandina, dalle acque a Mura Vive, dalla manutenzione al recupero e al riuso di manufatti, spazi, ambienti e percorsi, pedonali e fluviali.
- Padova Urbs Picta. Le arti figurative alla corte dei Carraresi, Francesca Flores D'Arcais, 324 pagine, brossura, 22x26 cm, Il Poligrafo, Padova 2022, €55,00
Segnaliamo questo importante volume, che si occupa sostanzialmente di arte figurativa e non certo di fortificazioni, perché, per la caratura dell'autrice, costituisce uno strumento indispensabile per conoscere a fondo la cultura artistica della corte carrarese, nei cicli affrescati oggi patrimonio dell'umanità, ma non solo in quelli. Vi si parla ovviamente diffusamente anche dei luoghi simbolo della signoria carrarese, la cosiddetta reggia e il castello.
- Padova e il suo Territorio n. 219, ottobre 2022, edita dall'Associazione "Padova e il suo territorio", Padova, €6,00
Segnaliamo il breve articolo di Cinzia Luisato, Torri e affreschi padovani del Duecento, che segnala tre affreschi (nella casa del Petrarca, nella chiesa degli Eremitani e a Santa Sofia, assai meno noti rispetto a quelli dell'Urbs Picta trecentesca (e nell'ultimo caso neppure visibili), ma che offrono qualche elemento utile a ricostruire l'immagine di Padova come città turrita, tipico del XII e XIII secolo.
- Padova e il suo Territorio n. 217, giugno 2022, edita dall'Associazione "Padova e il suo territorio", Padova, €6,00
Fra le difese che Padova, in età comunale, apprestò nel territorio, non possiamo dimenticare quelle realizzate a Vicenza, entrata a far parte della sfera di influenza padovana nel 1266. Ce ne parla Riccardo Martin in Fortificazioni padovane a Vicenza, che ripercorre le vicende di quella che, divenuta da subito una vera e propria dominazione, comportò la costruzione di due castelli e altre strutture, in funzione anti scaligera, certo, ma anche di controllo militare della città. Strutture oggi difficili da individuare, per le trasformazioni sibite già dal giorno della fine dell'occupazione padovana nel 1311, per opera degli Scaligeri.
- Storia veneta 51, 2019, Editrice Elzeviro, Padova, €10,00
Se a suo tempo vi hanno convinto l'identificazione delle mura di Montagnana in un disegno di Giorgione e di quelle carraresi di Codalunga nella "Tempesta" dello stesso Giorgione, non avrete difficoltà a concordare con Riccardo Martin, che in un ampio e documentato articolo, Vittore carpaccio ed il Castello Carrarese, ci invita a vedere, nello sfondo di una "Sacra Conversazione" del pittore veneziano, conservato ad Avignone, il fianco occidentale del castello, visto da ponte Tadi.
(5 gennaio 2021)
- Galileo n. 254, settembre-ottobre 2021, edita dal Collegio degli Ingegneri della Provincia di Padova, Padova, scaricabile gratuitamente alla pagina https://www.collegioingegneripadova.it/rivista.html
L'ultimo numero della rivista contiene un lungo articolo di Vittorio Spigai che ripercorre le vicende recenti di un'idea, quella del Parco delle Mura e delle Acque, che, al di là di buone intenzioni e affermazioni di principio, fatica a diventare progetto concreto, frustrando gli entusiasmi suscitati dalla nuova attenzione per le mura mostrata dalle Amministrazioni comunali, a partire dalla metà del decennio scorso. Col risultato che singole operazioni ne contraddicono le ragioni e gli obiettivi di fondo. Come nel caso, clamoroso, ma non unico, della nuova clinica pediatrica, un edificio fuori scala e fuori luogo, che si pretende di presentare come funzionale al Parco delle Mura, minimizzandone l'impatto, quando in realtà ne nega i presupposti.
- Padova e il suo Territorio n. 209, febbraio 2021, edita dall'Associazione "Padova e il suo territorio", Padova, €6,00
Con ritardo, segnaliamo l'articolo di Ugo Fadini e Roberta Lamon su La Torre del Soccorso, apparso nel primo numero del 2021, nel quale si ricostruisce, sulla base di documenti d'archivio in parte inediti, la complicata vicenda della torre, da snodo cruciale delle difese carraresi di fine Trecento, fra il fiume, la complessa struttura del soccorso e le due cerchie esterne di mura, a residenza privata, poi residenza-museo e infine oggi, dopo un accurato restauro, prestigioso B&B. Nello stesso numero anche un articolo di Gian Pietro Brogiolo su L’origine dei da Carrara, il castello di San Giorgio e la chiesa di Santo Stefano.
(18 dicembre 2020)
- Padova e il suo Territorio n. 208, dicembre 2020, edita dall'Associazione "Padova e il suo territorio", Padova, €6,00
Il numero di fine anno della rivista è dedicato quest'anno a un ampio panorama di Padova nel Cinquecento, terzo capitolo di un ideale ciclo iniziato due anni fa col Trecento. Il secolo si apre con l'assedio del 1509 e la costruzione, subito dopo, delle mura veneziane, quelle che ancora oggi la cingono. In Le nuove mura di Padova Ugo Fadini ne ricostruisce la genesi e l'impatto traumatico che esse ebbero sul tessuto urbano, ma anche sulla vita della città, mentre Stefano Zaggia, in Falconetto a Padova: l'avvento della nuova architettura, si sofferma sulle due porte progettate dall'architetto veronese e il loro significato, architettonico e politico.
- La Serenissima contro il mondo. Venezia e la Lega di Cambrai 1499-1509, Federico Moro, 144 pagine, brossura, 17x24 cm, Il Gazzettino / Leg edizioni, Gorizia 2020, €7,90
Il secondo volume della serie di quattro che ha per tema Le battaglie della Serenissima affronta in tutti gli aspetti, dalla guerra guerreggiata alle complesse strategie politiche, la crisi che, all'inizio del XVI secolo, mette a repentaglio la sopravvivenza stessa della Repubblica. Snodi cruciali della vicenda, come sappiamo, la disfatta di Agnadello e, pochi mesi più tardi, l'assedio di Padova, che ribalta le sorti della guerra in favore di Venezia e al quale è dedicato un ampio capitolo
(10 settembre 2020)
- Un castello per la signoria carrarese, un castello per la città, a cura di Giovanna Valenzano, 358 pagine, brossura, 24x24 cm, Padova University Press, Padova 2019, €32,00 (scaricabile gratuitamente in pdf)
Un volume importante, articolato in otto saggi, corredati da una ricca appendice documentaria, che delinea lo stato dell'arte nelle conoscenze sul castello carrarese, con particolare riguardo alla sua decorazione, dopo quanto emerso nell'ultima campagna di indagine archeologica, svoltasi fra 2013 e 2014. Il quadro si va chiarendo, permettendo oggi datazioni più precise e differenziate per le decorazioni dei diversi ambienti e qualche indicazione circa il loro uso, in riferimento alle committenze di Francesco il Vecchio, prima, e Francesco Novello poi; nonché di formulare una nuova e suggestiva ipotesi circa l'identità dell'estensore e in parte esecutore del progetto decorativo. Grazie anche ai confronti oggi possibili con imprese decorative coeve presso altre corti e residenze fortificate, inserendo così il castello di Padova nel più ampio contesto dell'"arte di corte" del nord Italia. Confronto dal quale il ruolo e il livello qualitativo delle decorazioni del castello carrarese escono ulteriormente rafforzati, pur nella frammentarietà di quanto ne rimane. Molto ricco l'apparato iconografico, ben 222 immagini, fra documenti storici, rilievi archeologici e fotografie, frutto di una campagna appositamente condotta.
Oltre che acquistabile in libreria in forma cartacea, il volume è scaricabile gratuitamente in pdf dal sito della Padova University Press: http://www.padovauniversitypress.it/publications/9788869381812
- Der Venezianerkrieg Kaiser Maximilians I / L'imperatore Massimiliano I e la guerra contro Venezia, atti del convegno, Castel Mareccio, Bolzano, 25 gennaio 2019, 272 pagine, brossura, 17x24 cm, Athesia / Fondazione Castelli di Bolzano, Bolzano 2019, €32,00
Gli studi su Massimiliano d’Asburgo proliferano, specie all’estero, e tutti, almeno indirettamente, riguardano anche Padova, ma segnaliamo gli atti del convegno tenutosi a Castel Mareccio nel 2019 perché trattano specificamente della guerra contro Venezia. Tutti i saggi (alcuni in tedesco) sono di notevole interesse, ma segnaliamo in particolare quelli di Francesco Piovan, “Vegna el cancaro al Imperador”. Note su Padova prima e dopo Cambrai, e quello di Ivano Paccagnella “Quella génia de quei Toeschi, ch’era torno Pava”. I Lanzeman di Massimiliano nella poesia e nel teatro pavano, che ci riguardano più da vicino.
(17 dicembre 2018)
- Padova sotterranea. Nel cuore delle mura rinascimentali esistenti più estese d'Europa, a cura di Simone Piaser, 240 pagine, brossura, 21x26 cm, Chartesia, Treviso 2018, €29,90
Il titolo non tragga in inganno: come rivela il sottotitolo, si tratta di un volume dedicato alle mura cinquecentesche di Padova. E non agli ambienti sotterranei delle mura in senso stretto, come è ovvio, ma in relazione all'insieme di quella complessa "macchina" che sono le mura rinascimentali. Insomma, un nuovo, importante libro sulle mura di Padova, che ne mette a fuoco aspetti particolari, raccogliendo i frutti, ossia i dati raccolti in una decina d'anni di ricerche compiute sul campo e in archivio dal Comitato Mura e dal Gruppo Speleologico Padovano CAI, le due associazioni a cui appartengono la maggior parte degli autori dei saggi (in ordine di apparizione: Adriano Menin, Alberto Ciampalini, Adriano Verdi, Andrea Ulandi, Fabio Bordignon e Patrizia Dal Zotto), cui si aggiunge il geologo Paolo Mozzi con un importante contributo sull'idrografia che sta alle origini di Padova e della conformazione delle sue difese. Il volume ha un ulteriore punto di forza nelle illustrazioni, fotografiche e cartografiche, spesso a piena e talvolta doppia pagina, che ne arricchiscono il contenuto.
- Padova e il suo Territorio n.196, dicembre 2018, edita dall'Associazione "Padova e il suo territorio", Padova, €6,00
Un numero monografico della rivista dedicato alla Urbs Picta, ossia alla Padova trecentesca carrarese nei suoi molteplici aspetti, culturali, artistici e di vita quotidiana. In copertina la città nella raffigurazione di Giusto de Menabuoi, cinta dalle sue mura. Non poteva dunque mancare un contributo dedicato a Le mura trecentesche di Padova, a cura del nostro Ugo Fadini.
(10 dicembre 2018)
- "Impaziente della quiete" Bartolomeo d'Alviano, un condottiero nell'Italia del Rinascimento (1455-1515), a cura di Erminia Irace, 272 pagine, brossura, 13,5x21,5 cm, Il Mulino, Bologna 2018, €23,00
Una raccolta di saggi che ripropongono in parte i temi affrontati nel ciclo di conferenze promosso fra 2015 e 2016 dal comune di Alviano, per celebrare il cinquecentesimo anniversario della morte del condottiero, che noi padovani conosciamo più che altro come governatore e poi capitano generale dell'esercito veneziano e come figura cruciale per la storia delle mura e, indirettamente, per la storia urbanistica della città. La complessa e controversa figura di Bartolomeo d'Alviano è affrontata nei suoi diversi aspetti, di uomo d'arme di grande coraggio e intuito tattico, seppure di limitata visione strategica, di ingegnere militare (non mancano i riferimenti alle mura di Padova) e anche di umanista. Sono analizzati il contesto politico e militare in cui egli si trovò ad agire e non mancano un saggio dedicato al castello di Alviano e infine uno che illumina le figure delle donne, le due mogli e la figlia, che ne hanno accompagnato la vita.
- Gente d'arme e uomini di chiesa. I Carraresi tra Stato Pontificio e Regno di Napoli (XIV-XV sec.), di Antonio Rigon, 400 pagine, brossura con sovracoperta illustrata, 18x25,5 cm, Istiituto Storico Italiano per il Medio Evo, Roma 2017, €35,00
Che qualche componente della famiglia da Carrara fosse sopravvissuto allo sterminio ordinato dai Veneziani si sapeva: il figlio vescovo di Francesco Novello, Stefano, e il fratello Marsilio, che tenterà invano di riconquistare la signoria. Ma che un altro membro della famiglia, un figlio illegittimo di Francesco il Vecchio, fratello dunque del Novello, e a lui molto legato, avesse costituito, dopo una lunga carriera di condoittiero di ventura, una signoria in quel di Ascoli, finendo per intrecciare la propria vicenda con quella dello stesso Stefano, vescovo della vicina Teramo, sarà per molti una sorpresa. È la storia che Antonio Rigon ricostruisce su nuovi documenti d'archivio, della quale Conte da Carrara è il principale protagonista, assieme a Stefano, e infine ai suoi due figli, Obizzo e Ardizzone. Un volume denso, ma di lettura piacevole, scritto con rigore e passione, con la voglia di raccontare, non solo agli specialisti, un capitolo sconosciuto dell'epopea carrarese.
Nota per il bibliofili: le copie del volume distribuite a Padova hanno una copertina diversa da quella standard, comune a tutti i volumi della collana. Chi leggerà il libro (o almeno lo sfoglierà) capirà perché Rigon l'abbia fortemente voluta.
- Statuti di Padova di età carrarese, a cura di Ornella Pittarello, 872 pagine, rilegato con sovracoperta illustrata, 18x25 cm, Viella, Roma 2017, €150,00
L'edizione delle fonti d'archivio, quando è realizzata con corretti criteri scientifici, va salutata con entusiasmo, perché amplia e facilita la consultazione di documenti di difficile lettura e spesso di limitata accessibilità, legata al loro stato di conservazione. Ciò è tanto più vero per il ms B.P. 1237 della Biblioteca Civica, contenente gli Statuti di Padova di età carrarese, la cui edizione, dopo una complessa vicenda di false partenze durata decenni, ha visto finalmente la luce nell'ambito del Corpus statutario delle Venezie, per iniziativa della Deputazione di Storia Patria per le Venezie. Il costo ne limiterà la diffusione nelle biblioteche private, ma la disponibilità del volume in quelle pubbliche tornerà utile a molti ricercatori, anche per proprio diletto. Per questo ci sembra opportuno segnalarne l'uscita, al di là dei pochi riferimenti utili per la storia delle mura medievali che gli statuti contengono. Nel loro complesso offrono infatti un'immagine di prima mano della Padova trecentesca, di come essa aveva saputo organizzare la propria vita civile in ogni suo aspetto.
- Pregare in casa. Oggetti e documenti della pratica religiosa tra Medioevo e Rinascimento, a cura di Giovanna Baldissin Molli, Cristina Guarnieri, Zuleika Murat, 332 pagine, brossura, 17x24 cm, Viella, Roma 2018, €50,00
Segnaliamo questo volume perché contiene un interessante saggio di Zuleika Murat sulle cappelle del castello carrarese e della cosiddetta "reggia", nel quale l'autrice, oltre a formulare un'ipotesi sulla localizzazione, ancora incerta, della cappella trecentesca del castello, ci fornisce preziose informazioni sull'uso, a quanto sembra anche pubblico, della cappella stessa, facendoci così intravvedere una possibile, e finora imprevedibile, "apertura" del castello alla cittadinanza, per quanto limitata, nel tempo e nello spazio. Un nuovo filone di indagine che si apre...
(18 giugno 2017)
- Mura medievali di Padova, guida alla scoperta delle difese comunali e carraresi, a cura di Ugo Fadini, 160 pagine, brossura, 15x21 cm, Comitato Mura di Padova / in Edibus, Vicenza 2017, €15,00
Padova non conserva soltanto la più estesa cinta muraria rinascimentale che sia giunta quasi per intero fino a noi. Prima di quella ha avuto tre cerchie medievali, erette in successione fra la fine del XII secolo e il XIV, che ne hanno disegnato la forma urbis e l’hanno difesa fino all’assedio del 1509. Quasi scomparse le due più esterne, di epoca carrarese, sopravvivono ampi tratti delle mura comunali duecentesche, assorbiti dall’edilizia privata, con le monumentali porte Altinate e Molino. Ma altre porte si conservano, in vista eppure invisibili...
La guida invita e accompagna il visitatore curioso alla scoperta delle tre cerchie e delle altre strutture difensive medievali, ricostruendone vicende storiche, caratteristiche e aspetto, e ripercorrendone i tracciati, certi, probabili o solo ipotetici. Con rigore scientifico, ma in forma piacevole, qua e là misurandosi con persistenti leggende metropolitane e aprendo finestre su aspetti meno noti e luoghi meno frequentati della Padova medievale. Un codice QR rinvia a una pagina online, che nel tempo conterrà errata corrige, ulteriori immagini, approfondimenti e aggiornamenti.
(19 aprile 2017)
- La bellezza nei libri. Cultura e devozione nei manoscritti moniati della Biblioteca Universitaria di Padova, catalogo della mostra (Padova, Oratorio di San Rocco, 8 aprile - 7 maggio 2017), a cura di Chiara Ponchia, 276 pagine, brossura, 24x21,5 cm, MIBACT Biblioteca Universitaria di Padova / Grafiche Turato, Padova 2017, s.i.è. (in mostra € 10,00)
Anche il catalogo di una mostra che si occupa di tutt'altro può contenere preziosi tasselli per la ricomposizione della storia delle mura. Nel saggio di Lavinia Prosdocimi, curatrice della bella mostra con Federica Toniolo, Nicoletta Giovè Marchioli e Pietro Gnan, nel ripercorrere le vicende della biblioteca del convento degli Eremitani, sono riportati passi di documenti in cui si parla di una casamatta e due disegni, finora inediti, nei quali ne è indicato l'ngresso, all'angolo fra via Porciglia e il Piovego. Dove è logico esistesse una cannoniera, oggi nascosta dai depositi fluviali, puntata in direzione est lungo il corso del Piovego, a protezione dell'imbocco del canale Santa Sofia. In nota, l'autrice ne suggerisce esplicitamente la possibile utilità per il Comitato Mura. Invito già raccolto...
(2 novembre 2016)
- Fortezze e baluardi veneziani, di Francesco Boni De Nobili, Michele Rigo, Michele Zanchetta, 128 pagine, brossura con sovracoperta, 16,5x24 cm, Dario De Bastiani Editore, Vittorio Veneto 2016, € 9,00 (per un periodo limitato €6,90 in edicola con Il Gazzettino)
Un repertorio delle fortezze e città murate veneziane, di carattere divulgativo, consistente in sommarie schede storiche, non sempre precisissime, accompagnate però da piante e vedute, che da sole valgono la modica spesa. Contiene anche sommari profili degli inzegneri al servizio della Repubblica e un piccolo glossario. Fa parte di una collana di dieci volumetti dedicati alla storia della Serenissima, fra i quali segnaliamo anche I Grandi Condottieri della Serenissima.
(12 giugno 2016)
- Notizie di Archeologia del Veneto 3/2014, 272 pagine, brossura, 18,5x26,5 cm, Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto / All'insegna del Giglio, Sesto FIorentino (FI) 2015, € 28,00
L'ultimo numero della rivista che ha sostituito i Quaderni di Archeologia del Veneto e completa ora il suo breve ciclo vitale a causa della completa riorganizzazione delle soprintendenze, contiene, fra molti alltri di grande interesse, due saggi che ci riguardano. Il primo, Padova, Castello Carrarese, un'antologia per la storia della città, di Elena Pettenò, Marco Cagnoni e Stefano Tuzzato, fa il punto sulle ricerche dell'ultimo ventennio, aggiornandole all'ultima, estesa campagna di scavo del 2013-2014, che sembra aver gettato qualche luce anche sul precedente castello di Ezzelino.
Le Note a margine del volume "Il torrione dell'Alicorno..." di Michelangelo Munarini offrono invece un ulteriore contributo alla storia dello snodo urbano, e non meramente militare e viario, di Santa Croce.
- Guariento. Pittore di corte, maestro del naturale, di Zuleika Murat, 224 pagine, rilegato, sovracoperta illustrata, 24x28,5 cm, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI) 2016, € 35,00
Si tratta di una monografia di storia dell'arte, pertanto esulerebbe dal nostro ambito di interesse, ma il ruolo svolto da Guariento come pittore di corte dei Carraresi ci obbliga a segnalarla, oltre che per la qualità e l'approccio innovativo alla figura dell'artista, anche per il fatto che affronta ancora una volta le problematiche relative alla cappella della reggia carrarese e in generale alla committenza della famiglia Da Carrara. Di particolare interesse le nuove proposte riguardanti i frammenti di affresco provenienti dalla chiesa di Sant'Agostino, per i quali l'autrice ipotizza una diversa collocazione rispetto alle ipotesi tradizionali, anche se ugualmente legata ai monumenti funebri di Ubertino e Jacopo II.
(31 marzo 2016)
- La guerra scaligero-carrarese e la battaglia del Castagnsro (1387), a cura di Gian Maria Varanini e Francesco Bianchi, Atti del convegno (Badia Polesine, 12 ottobre 2013), 176 pagine, brossura, 15,5x22,5 cm, Istituto per le ricerche di storia sociale e religiosa, Vicenza 2015, s.i.p.
Il convegno organizzarto a Badia Polesine poteva risolversi nella semplice rievocazione/celebrazione dell'evento storico che a fine Trecento aveva portato l'area attorno al fiume Castagnaro all'onore delle cronache. Grazie al valore degli studiosi coinvolti si era invece tradotto, come dimostrano gli atti qui pubblicati, in una lettura ad ampio raggio del contesto militare, politico e pure sociale in cui quell'evento si inseriva, con particolare riguardo al ruolo delle due signorie cittadine nel gioco di potere di respiro internazionale che infine le schiaccerà entrambe. Dopo aver dedicato la loro attenzione anche agli aspetti morfologici del territorio, all'organizzazione e gestione degli eserciti e alla figura del comandante carrarese John Hawkwood (Giovanni Acuto), gli studiosi contemporanei cedono infine la parola ai Gatari, cronisti dell'epoca, di cui vengono riportate le vivaci pagine che narrano l'evento.
(13 marzo 2016)
- Il sogno dei Carraresi. Padova capitale (1350-1406), di Federico Moro, 240 pagine, brossura, 14x20 cm, Helvetia Editrice, Spinea (VE) 2015, €16,00
Interessante proposta di rilettura delle vicende belliche e politiche di cui furono protagonisti Francesco il Vecchio e Francesco Novello da Carrara nella seconda metà del Trecento, quando Padova, già riconosciuta come una delle capitali della cultura e dell'arte, ebbe la concreta possibilità, secondo l'autore, di diventare anche una vera capitale politica. Il progetto come sappiamo fallì e la signoria carrarese fu distrutta dalla Serenissima Repubblica di Venezia, ma Moro sostiene con forza e con il supporto di validi argomenti, che il sogno dei carraresi non fu affatto un sogni velleitario e irrrealizzabile, ma che se non si poté compiere fu solo per una serie di circostanze fortuite. Leggi il risvolto di copertina
- Medioevo veneto, Medioevo europeo. Identità e alterità, Atti del convegno, Padova 1 marzo 2012, a cura di Zuleika Murat e Sabina Zonno, 202+24 pagine, brossura, 17x24 cm, Padova University Press, Padova 2014, €18,00
I saggi raccolti nel volume sono tutti di grande interesse per la conoscenza della cultura, non solo artistica, del Medioevo veneto, e padovano in particolare, ma per quanto riguarda le nostre tematiche spicca quello di Zuleika Murat, «Domus imperatoria, et imperatore digna». La reggia carrarese nel contesto europeo, in cui l'autrice analizza gli affreschi superstiti e i documenti che riguardano quelli scomparsi con la demolizione di gran parte del complesso, ricavando dal confronto con il contesto delle corti europee nuove indicazioni circa la composizione originaria, il significato e la funzione dei cicli affrescati perduti e formulando anche qualche interessante nuova proposta di attribuzione agli artisti che ruotavano intorno alla corte padovana.
(10 novembre 2015)
- Il torrione Alicorno, caposaldo meridionale delle mura di Padova, a cura di Patrizia Dal Zotto, 222 pagine, brossura, 23x28,5 cm, Comitato Mura di Padova / Edibus, Padova/Vicenza 2015, €30,00
La terza monografia edita dal Comitato Mura trae spunto dalla conclusione dei lavori dei restauri seguiti al crollo del 2009 e raccoglie in volume le relazioni degli archeologi, dei progettisti e degli esecutori dei restauri, precedute da una accurata indagine d’archivio che ricostruisce per la prima volta la vicenda edilizia del torrione, accompagnate da una nutrita serie di saggi che delineano il contesto storico e ambientale in cui il torrione si è inserito. Affrontandone le successive modificazioni che, soprattutto nel secolo scorso, hanno cambiato radicalmente il rapporto del bastione con la città e con i corsi d’acqua che gli scorrono accanto. La monografia si conclude con uno sguardo al futuro, con qualche utile indicazione su come quel rapporto possa essere ricostruito, nel contesto di una città il cui futuro sarà necessariamente fondato anche sul turismo culturale. Vai alla pagina dedicata al volume
- Urbs Antiquissima et clara, Studi su Padova nell'età comunale, Sante Bortolami, a cura di Marco Bolzonella, 486 pagine, brossura, 16x23 cm, Cleup, Padova 2015, €28,00
Il volume raccoglie gli scritti più importanti rigurdanti Padova dello storico prematuramente scomparso, punto di riferimento per chiunque si sia occupato della città e del territorio padovano nel medioevo. Tutti sono di enorme interesse per la conoscenza e la comprensione della Padova medievale, nella sua concretezza fisica, nella sua cultura, civile e politica, e nelle sue istituzioni, ma, per quanto attiene alle tematiche della difesa, va segnalato in particolare quello su Il castello carrarese di Padova, tra esigenze di difesa e rappresentazione simbolica del potere (secoli X-XV), già apparso in Padova carrarese, Atti del convegno, Il Poligrafo 2005.
- Padova e il suo Territorio n.177, ottobre 2015, edita dall'Associazione "Padova e il suo territorio", Padova, €6,00
Secondo di due numeri monografici dedicati alla Prima Guerra Mondiale e in particolare al ruolo di Padova, contiene un contributo di Fabio Bordignon, segretario del Comitato Mura, su La strage dell'11 novembre 1916 al torrione della Gatta.
(13 aprile 2015)
- L'architettura militare di Venezia in terraferma e in Adriatico fra XVI e XVII secolo, a cura di Francesco Paolo Fiore, Atti del convegno internazionale di studi Palmanova, 8-10 novembre 2013, 462 pagine, brossura, 17x24 cm, Leo S. Olschki Editore, Firenze 2014, €48,00
Il corposo volume (462 pagine), che raccoglie gli atti del convegno di Palmanova, promosso dalla Regione Friuli V.G. in vista della candidatura Unesco della città-fortezza, è un'opera fondamentale per chiunque si interessi della storia delle fortificazioni rinascimentali, veneziane e non solo, anche per il livello scientifico dei contributi. Che sono suddivisi in quattro sezioni, la prima a carattere generale, le due successive dedicate alle difese veneziane della terraferma e dell'Adriatico e l'ultima alla tavola rotonda conclusiva, dove l'accento si sposta dalla storia al futuro, ovvero ai problemi della conservazione e della valorizzazione. Palmanova è ovviamente molto presente, ma il quadro è ampio e non mancano importanti riferimenti a Padova, nella seconda sezione, soprattutto nei contributi di Guglielmo Villa sull'origine del fronte bastionato, di Giuliana Mazzi su Michele Sanmicheli e la sua scuola e di Stefano Zaggia sulle porte urbiche.
(11 novembre 2014)
- Padova e il suo Territorio n.171, ottobre 2014, edita dall'Associazione "Padova e il suo territorio", Padova, €6,00
Anche nel nuovo numero della rivista c'è qualcosa che riguarda le fortificazioni di Padova e del territorio. Palazzo Tonello: un'antica dimora nella terra dei Da Carrara, di Nicola Badan e Daniela Omenetto, tratta infatti dei resti della corte carrarese di Carrara San Giorgio, inglobarti nelle costruzioni successive, mentre nell'articolo di Gian Luigi Burlini su La "Premiata fabbrica di birra Maura" si fa cenno all'uso del baluardo Santa Croce come deposito di birra, appunto: solo la foto inedita vale l'acquisto della rivista!
(11 agosto 2014)
- Padova e il suo Territorio n.170, agosto 2014, edita dall'Associazione "Padova e il suo territorio", Padova, €6,00
Ancora tre articoli riguardanti documenti e manufatti legati alle vicende delle mura rinascimentali, esposti di recente nella mostra Padova è le sue mura. Sotto questo titolo Vincenza Cinzia Donvito, curatrice della mostra, approfondisce l'analisi dell'iconografia della città ridisegnata dalle nuove mura, prendendo in esame alcune fra le carte più interessanti esposte nell'occasione, l'altro curatore Ugo Fadini in Le mura di Padova nelle piante di Nicolò dal Cortivo e dell'Autore Verde analizza in dettaglio due piante che in mostra erano presenti in riproduzione, ma ne costituivano ugualmente due punti nodali, mentre Franco Benucci in La badessa Scolastica, il beato Pellegrino e il guasto del 1509 narra le vicende della chiesa di Santa Maria di Porciglia, o del Beato Pellegrino, demolita col guasto, e in particolare di quelle della basessa Scolastica, e del bassorilievo iscritto che la nomina.
(1 luglio 2014)
- Padova e il suo Territorio n.169, giugno 2014, edita dall'Associazione "Padova e il suo territorio", Padova, €6,00
In occasione della mostra Padova è le sue mura, un fascicolo in buona parte dedicato alle mura rinascimentali, con cinque articoli che costituiscono altrettanti approfondimenti di temi che nel catalogo della mostra sono stati solo sfiorati. Dopo una illustrazione da parte dei curatori, Vincenza Cinzia Donvito e Ugo Fadini, dei principali motivi di interesse e delle novità che la mostra ha presentato, Franco Benucci propone l'analisi di un'iscrizione, esposta in mostra, che testimonia come alle mura si lavorasse, in muratura, già prima del 1513 scelto come data di calcolo del 500°. Andrea Ulandi offre informazioni approfondite sull'impianto di produzione del salnitro, mentre Adriano Verdi illustra il progetto di svuotamento dal fango e dall'acqua degli affascinanti spazi ipogei di recente riscoperti all'interno del torrione dell'Arena. Claudio Grandis ricostruisce infine un aspetto poco conosciuto della storia delle mura di Padova, che riguarda l'imposizione dei suoi costi al contado, padovano e non solo, con conseguenti proteste e processi, che a fine Cinquecento portarono alla prigione vicari e podestà del vicentino. Per maggiori informazioni e l'indice, cliccare qui.
(4 giugno 2014)
- Luigi da Porto. Lettere storiche 1509-1513. Un'edizione critica, Cecil H. Clough, traduzione e cura di Giovanni Pellizzari, Angelo Colla Editore, Costabissara (VI), 2014, pagine 674, brossura, cm 17x24, €65,00
Un volume fondamentale per chi voglia conoscere nei dettagli le vicende della guerra di Venezia con la Lega di Cambrai, a partire dall'assedio di Padova. E pure per chi voglia invece immergersi nel mondo umanistico di quegli anni. Luigi da Porto, vicentino, amico di Pietro Bembo, filoveneziano con qualche dubbio, animo sensibile e penna rafinata, offre un punto di vista probabilmente più obiettivo rispetto alle contemporanee cronache di parte veneziana (Sanudo, Priuli) o imperiale (Buzzaccarini), con in più un'attenzione alle vicende personali dei protagonisti, soprattutto secondari, che altrove manca. Un'edizione critica la cui gestazione è durata più di cinquant'anni, che vede finalmente la luce proprio nella città di da Porto, grazie alla tenacia di un ristretto gruppo di persone, fra le quali va sottolineata quella del curatore italiano, Giovanni Pellizzari.
- Annotazioni su Alcune notizie sulle mura di Padova, di Gianpaolo Candiani, in Archeologia Veneta XXXVI - 2013, 328 pagine e due tavole ripiegate allegate, brossura, 17x24 cm, Società Archeologica Veneta Onlus, Padova 2014, s.i.p., p 314-317
Solo quattro pagine nella rivista annuale della Società Archeologica Veneta, sempre ricchissima, di pagine e di interesse: ma pagine importanti per chi si interessa delle mura di Padova. Nel saggio a cui si rifanno le nuove Annotazioni, nella rivista del 2008, Giampaolo Candiani ci aveva mostrato un termene de la spianada, poi esposto nella mostra "Padova è le sue mura". Messosi sulle tracce di una segnalazione risalente a una quarantina di anni fa, ce ne mostra ora un secondo, proveniente da San Gregorio, aggiungendo così ancora un tassello alle conoscenze sul guasto, che si vanno ampliando e precisando di giorno in giorno. A seguire, un aggiornamento anche per quanto riguarda il tratto di mura medievali sotto casa Breda.
(25 aprile 2014)
- Padova è le sue mura. Cinquecento anni di storia 1513-2013, guida alla mostra (Padova, Musei Civici agli Eremitani, 28 marzo - 20 luglio 2014), Vincenza Cinzia Donvito e Ugo Fadini, Biblos, Cittadella (PD), 4/2014, pagine 144, brossura, cm 12x20, € 9,00 (per un periodo limitato €6,90 in edicola con Il Gazzettino)
Non un'edizione ridotta del catalogo della mostra promossa dal Comitato Mura e dai Musei Civici e Biblioteche di Padova, ma una guida alla visita, che è anche una storia in breve della nascita e delle vicende del sistema bastionato di Padova, con brevi testi corrispondenti alle sezioni della mostra, accompagnati da una scelta degli oggetti esposti, con l'aggiunta di buona parte dei fotoconfronti, presenti in mostra in un video, ma non nel catalogo. Una ragione sufficiente a giustificare la modica spesa anche per chi avesse già acquistato il catalogo. Per maggiori informazioni leggi qui.
(31 marzo 2014)
- Padova è le sue mura. Cinquecento anni di storia 1513-2013, catalogo della mostra (Padova, Musei Civici agli Eremitani, 28 marzo - 20 luglio 2014), a cura di Vincenza Cinzia Donvito e Ugo Fadini, testi di Davide Banzato, Franco Benucci, Fabio Bordignon, Gianumberto Caravello, Paolo Coltro, Vittorio Dal PIaz, Patrizia Dal Zotto, Vincenza Cinzia Donvito, Ugo Fadini, Claudio Grandis, Angiolo Lenci, Adriano Menin, Francesco Piovan, Andrea Ulandi, Adriano Verdi, Francesca Veronese, Valeria Vettorato, Biblos, Cittadella (PD), 3/2014
pagine 192, brossura, cm 24x28,5, €35,00
Si tratta del catalogo della mostra promossa dal Comitato Mura e dai Musei Civici e Biblioteche di Padova e allestita ai Musei Civici agli Eremitani. Contiene una serie di contributi originali, che portano nuova luce su singoli temi e aspetti della lunga e complessa storia del sistema bastionato cinquecentesco di Padova, che la mostra illustra facendo ricorso in larga misura ai documenti cartografici e iconografici originali. Ricchissimo, di conseguenza, il corredo di immagini nel catalogo, quasi tutte a colori, che propongono carte, documenti, perizie e oggetti, in parte inediti o pubblicati per la prima volta a colori. Un fondamentale complemento alla ormai abbastanza ricca bibliografia sulle mura di Padova. Per maggiori informazioni e il sommario, leggi qui.
- Patrizia Valle - Progetto Cittadella 1994/2013. Restauro e ri-Animazione delle mura di Cittadella, a cura di Sebastiano Giannesini, 94 pagine, 12,5x22,5 cm, Biblos, Cittadella 2013, €13,00
Conclusi i lavori di restauro, condotti nell'arco di quasi vent'anni, una guida, curata dallo studio che ha progettato il restauro, ne illustra ragioni, criteri ed esiti, nelle parole della stessa Patrizia Valle, dei tecnici dellos tudio (Anna Cipone) e delle imprese che hanno eseguito i lavori (MIrella Baldan, Mario Massimo Cherido), accompagnate da note critiche di Roberto Masiero e Franco Purini. Completano il volume una breve guida alla visita e un apparato iconografico molto ampio, pur nel piccolo formato del volume, che comprende rilievi, tavole di progetto e belle foto scattate durante e dopo la conclusione dei lavori. Una guida utilissima per poter valutare senza pregiudizi un progetto che ha suscitato qualche perplessità, ma che costituisce comunque un punto fermo nella storia della salvaguardia delle mura di Cittadella, ma pure della storia del restauro dei manufatti medievali.
- Il sostegno San Massimo, e cenni sulla monumentalità che lo circonda, a cura di Raffaele Ferrari, 40 pagine, 14,5x20,5 cm, Il Torchio, Padova s.d. (2010?), s.i.p.
Ancora una pubblicazione che ci era sfuggita. Si tratta di una memoria dei lavori di manutenzione straordinaria condotti dal Genio Civile nel tratto del canale San Massimo - Roncajette fra il ponte delle Gradelle e il sostegno cui si riferisce il titolo (lavori che abbiamo a suo tempo documentato). Come tale, il volumetto, ben illustrato, è piuttosto utile, anche per la ricostruzione della storia quasi bicentenaria del sostegno. Dove si registra qualche debolezza è invece nelle note storiche che precedono e seguono il nucleo centrale del lavoro, nelle quali l'autore, che d'altra parte non è uno storico ma un tecnico del genio Civile incorre in qualche inesattezza, in particolare riguardo a denominazione (Portello non era il porto, ma una porta) e collocazione dei porti fluviali della città nel corso del tempo.
(19 dicembre 2013)
- Iuav : 132, Il Parco delle mura di Padova, a cura di Massimiliano Condotta e Vittorio Spigai, 12 pagine, 30x42 cm, Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Venezia 2013, distribuzione gratuita
Una panoramica dei progetti e delle tesi di laurea sviluppati nell'ambito del corso di laurea specialistica in Architettura per la Conservazione presso lo IUAV nel corso del quinquennio 2009-2013. Interessante repertorio di idee e progetti, più o meno praticabili, più o meno condivisibili, che tuttavia testimoniano di come l'interesse per le mura di Padova come tema di studio e di confronto di idee sia più vivo altrove che a Padova stessa. I progetti saranno in futuro disponibili in versione completa sul sito dedicato www.progettimuradipadova.it. Il giornale è pubblicato a stampa, ma è anche disponibile in pdf sul sito dell'Istituto.
- Materia e Tempo. Le mura di Cittadella. Restauro e ri-Animazione, catalogo della mostra, 16 pagine, 28x43 cm, Biblos e Studio Valle, Cittadella 2013
Brochure di grande formato pubblicata in occasione della mostra dedicata al progetto di restauro, ormai completato, delle mura di CIttadella, realizzato da Patrizia Valle. La mostra è stata allestita a Cittadella nel giugno 2013 e a Padova il mese successivo. Presenta in forma concisa tutti gli interventi realizzati nel corso degli anni che hanno portato fra l'altro, non senza polemiche, alla ricomposizione del percorso di ronda, prima interrotto da due brecce. La pubblicazione contiene anche un breve sunto degli interventi al convegno su Restauro e Valorizzazione svoltosi sempre a Cittadella il 1 giugno.
- 1509-2009. L'ombra di Agnadello: Venezia e la terraferma, "Ateneo veneto" CXCVII, terza serie 9/I (2010), a cura di Giuseppe del Torre e Alfredo Viggiano, Atti del Convegno Internazionale di studi, Venezia 14-16 maggio 2009, Venezia 2010
- L’Europa e la Serenissima: la svolta del 1509 nel V centenario della battaglia di Agnadello, a cura di G. Gullino, Relazioni del Convegno di studio, Venezia, 15-16 ottobre 2009, Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, Venezia 2011
- L’assedio di Padova e la sconfitta dell’Imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano I e del re di Francia Luigi XII, Atti della Giornata di Studio, Padova 3 ottobre 2009, Amissi del Piovego, Stamperia Comunale, Padova 2010
Da quando abbiamo inaugurato questa rubrica, a dicembre 2010, abbiamo cercato di segnalare tutte le pubblicazioni che, a partire da quell'anno, avessero in qualche modo a che vedere con le strutture difensive di Padova. Qualcosa di tanto in tanto abbiamo dimenticato, ma cerchiamo di rimediare. In questo caso si tratta di tre volumi in cui sono pubblicati gli atti di altrettanti convegni di studio, organizzati in occasione del cinquecentenario della battaglia di Agnadello, che come sappiamo ebbe come conseguenza l'assedio di Padova che a sua volta è all'origine della realizzazione del nuovo sistema bastonato della città, il cui cinquecentesimo ricorre invece quest'anno (2013). I primo due volumi trattano del quadro generale degli avvenimenti, dalla situazione precedente agli eventi del 1509 alle conseguenze (il primo convegno si spinge in effetti fino agli anni della fine della Repubblica), mentre il terzo si concentra più strettamente sugli eventi che riguardarono Padova.
- Guariento e la Padova carrarese. Padova carrarese, catalogo della mostra (Padova, Musei Civici agli Eremitani, 16 aprile - 21 luglio 2011), autori vari, 224 pagine, brossura, 24x29 cm, Marsilio, Venezia 2011
Altro volume che abbiamo dimenticato di segnalare a suo tempo è il catalogo della mostra sulla Padova Carrarese collegata alla mostra maggiore su Guariento, nonostante che fra gli autori ci fosse il nostro Adriano Verdi, che naturalmente vi tratta del sistema difensivo, ovvero delle mura e del castello. Il catalogo è profusamente illustrato e offre un quadro molto completo della struttura e dell'organizzazione della Padova del Trecento, nel momento cioè del suo massimo fulgore.
(1 dicembre 2013)
- Padova e il suo Territorio n.165, ottobre 2013, edita dall'Associazione "Padova e il suo territorio", Padova, €6,00
Il numero attualmente in edicola della rivista contiene alcuni articoli che hanno in qualche modo a che fare con le mura: più direttamente quello di Alberto Susa su Porta Codalunga e la sua storia, ma indirettamente anche quellli dedicati a Domenico Turazza e ai giardini di Vanzo, perché il giardino includeva la Torre di Vanzo, oggi nota come torre del Soccorso e appartenente alle difese trecentesche di Padova. Ma in questo numero si parla anche del recupero del castello di Monselice e del centocinquantesimo del Canale Scaricatore, snodo importante della storia idrografica di Padova.
(24 ottobre 2013)
- Raggi di sole sulle mura di Padova: scuole e strutture ospedaliere contro la tubercolosi, a cura di Vittorio Dal Piaz, 128 pagine, brossura, 23x28,5 cm, Comitato Mura e Il Prato casa editrice, Saonara 2011, € 30,00
Fra i disparati usi ai quali sono state adibite le mura di Padova nel corso della loro storia, il più nobile è certo quello che le ha viste ospitare strutture dedicate alla lotta alla tubercolosi. Dapprima i tre ricreatori elioterapici, sorti per iniziativa dell'associazione Raggio di Sole sui bastioni Impossibile, Venier e Santa Croce, poi divenuti vere e proprie scuole con aule all'aperto, seguiti infine dalla clinica ospedaliera per la cura della tubercolosi sul baluardo Cornaro.
Se hanno comportato manomissioni delle strutture cinquecentesche, specialmente nel caso del Cornaro, queste iniziative hanno se non altro svolto un ruolo sociale e sanitario importante, che ha posto Padova all'avanguardia nella lotta alle malattie polmonari, poi sconfitte, come si sa, con altri più efficaci mezzi.
La seconda monografia edita dal Comitato Mura ripercorre la storia di questo luminoso e ancora poco noto episodio della storia della nostra città. > Leggi qui il sommario
(9 maggio 2013)
- Mura di Padova, guida al sistema bastionato rinascimentale, a cura di Ugo Fadini, 160 pagine, brossura, 15x21 cm, in collaborazione con il Comitato Mura di Padova, in Edibus, Vicenza 2013, €15,00
A cinquecento anni dall'inizio della loro costruzione esce la prima vera guida delle mura rinascimentali di Padova. Ne racconta la genesi e la storia e ne delinea le caratteristiche generali, per poi accompagnare il lettore/visitatore passo a passo nella visita, descrivendogli in dettaglio quel che vedrà, ma anche il molto che non potrà vedere, grazie anche a un ricco repertoirio di immagini. Non mancano i consigli pratici su come quando e cosa vedere, tenendo conto che le mura di Padova non sono ancora organizzate come un monumento da visitare. Il volume è anche utile a chi voglia semplicemente avere una conoscenza non superficiale del sistema bastionato padovano, grazie al rigore scientifico del lavoro, "garantito" dal Comitato Mura, di cui è la guida ufficale. Una caratteristica innovativa consiste nella presenza dei codici QR che permettono a chi ha uno smartphone o un tablet di accedere a delle pagine online che contengono ulteriori immagini e approfondimenti e gli aggiornamenti delle informazioni pratiche, come restauri in corso, modalità di accesso e così via. Anche l'errata corrige è online!
Semplicemente indispensabile. > Leggi qui il sommario
- Il dominio del carro, la dominazione carrarese nel Veneto (1318-1405), Remy Simonetti, 104 pagine, brossura, 13x23 cm, in Edibus, Vicenza 2013, €12,50
Il volume completa idealmente dal punto di vista storico la precedente Guida alla Padova carrarese dello stesso editore, coprendo il territorio dominato dai da Carrara, con alterne vicende e in concorrenza con gli Scaligeri, nel corso del novantennio della loro signoria. Affidato a un valente, giovane storico, il volume concentra l'attenzione su fatti che, avvenendo fuori da Padova, ne determinarono però in vario modo il destino. È una guida storica, non una guida alla visita, ma nella seconda parte contiene un repertorio dei principali insediamenti fortificati del padovano che conservano testimonianze della presenza carrarese.
(20 dicembre 2012)
- Gli antichi termini confinari del Padovano, tra pietre e carte d'archivio, di Franco Benucci, in Archeologia Veneta XXXIV - 2011, 288 pagine, brossura, 17x24 cm, Società Archeologica Veneta Onlus, Padova 2012, s.i.p., p 182-217.
- Analisi stratigrafica del sottoportico del palazzo Monte di Pietà a Padova, di Gian Pietro Brogiolo, ibidem p.218-231
Fra i quattordici saggi di grande interesse raccolti e illustrati con la consueta cura nella pubblicazine annuale della Società Archeologica Veneta, segnaliamo i due che trattano argomenti attinenti agli ambiti di cui si occupa questo sito, entrambi relativi alla Padova medievale e carrarese. Quello di Franco Benucci coglie l'occasione del recupero di un cippo confinario alla Mandria per proporre una ricognizione di tutti quelli di epoca medievale conservati o comunque documentati, mentre il saggio di Gian Pietro Brogiolo, rendendo nota un'analisi stratigrafica eseguita qualche anno fa, ribadisce l'appartenenza al XIV secolo della faciato del sottoportico e del portico stesso, in contrasto con i dubbi recentemente espressi nel volume dedicato al palazzo del Monte dopo i restauri; riaprendo nel contempo il discorso sul perimetro della reggia carrarese.
(15 settembre 2012)
- Le mura di Padova, vademecum per conoscere il monumento più grande e invisibile della città, a cura di Ugo Fadini, 20 pagine, spillato, 15x21 cm, Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, in collaborazione con il Comitato Mura di Padova, Grafiche Turato Edizioni, Padova 2012, distribuzine gratuita
Il primo di una serie di Quaderni della città, un agile fascicolo promosso dall'Assessorato alla Cultura, che lo distribuirà gratuitamente in qualche migliaio di copie per promuovere la conoscenza delle mura di Padova nella loro estensione, varietà e complessità. Non una guida, impossibile da comprimere in venti pagine, contiene però tutti gli elementi essenziali per comprendere l'importanza delle mura e le potenzialità di una loro valorizzazione, anche attraverso la realizzazione, attesa da decenni, del Parco delle Mura.
(14 marzo 2012)
- Il Palazzo del Monte di Pietà a Padova, a cura di Claudio Rebeschini, 152 pagine, brossura, 21x28 cm, Skira, Milano 2012, €32,00
Un lavoro a più mani, sotto la guida dell'architetto che ha curato i recenti lavori di restauro degli interni, che è anche studioso di storia edilizia e urbanistica padovana, ricostruisce le complesse vicende costruttive di un complesso edilizio che occupa l'angolo sudorientale del grande isolato della reggia carrarese. Non è quindi interessante soltanto per la storia del palazzo in sé, alla quale hanno contribuito architetti come Giovanni Maria Falconetto e Vincenzo Dotto, o perché presenta i notevoli risultati del restauro (che l'ex soprintendente ai beni architettonici Guglielmo Monti nel suo contributo definisce esemplare), ma anche perché costituisce, ed è questo l'aspetto più interessante dal nostro particolare punto di vista, anche un ulteriore tassello della impossibile, ma proprio per questo più appassionante, progressiva ricostruzione virtuale del complesso carrarese.
(5 dicembre 2011)
- Il Castelnuovo di Padova: la fortezza mancata, a cura di Ugo Fadini, 144 pagine, brossura, 23x28,5 cm, Comitato Mura e Il Prato casa editrice, Saonara 2011, € 30,00.
Una monografia a più mani dedicata dal Comitato Mura al settore forse più interessante delle mura veneziane di Padova, quello dove avrebbe dovuto sorgere la nuova grande fortezza, di cui i tre bastioni oggi esistenti, Buovo, Castelnuovo e Venier, con i due soccorsi che li collegano, costituiscono quanto rimane, o più esattamente quanto fu effettivamente realizzato prima che il progetto fosse abbandonato a metà Cinquecento. Il nucleo è costiituito dalla relazione dei saggi archeologici propedeutici ai recenti restauri, ma l'opera si sviluppa attraverso un riesame di tutta la documentazione d'archivio esistente sull'area, scritta e cartografica, una descrizione dello stato attuale e un tentativo di ricostruzione delle vicende edilizie che lo hanno riguardato, con una messe di informazioni e indicazioni per le future ricerche. Vai alla pagina dedicata al volume. Se lo possiedi già, consulta l'errata corrige aggiornato.
- Padova: architetture medievali (Progetto ARMEP 2007-2010), a cura di Alexandra Chavarria Arnau, 334 pagine, brossura, 21x29,5 cm, SAP Società Archeologica, Mantova 2011, € 77,00.
Un corposo volume rende noti agli studiosi e al grande pubblico i risultati del Progetto ARMEP (Architetture Residenziali Medievali di Padova), promosso dalla cattedra di Archeologia Medievale dell'Università di Padova, che nell'arco di tre anni ha catalogato e analizzato con il metodo dell'analisi stratigrafica e con l'ausilio di mezzi informatici innovativi una sessantina di edifici medievali civili all'interno dell'insula di Padova (con alcune escursioni all'esterno, come i palazzi Capodilista e Zabarella). Solo una prima fase, secondo la curatrice, che ha diretto il progetto, ma che già ora costituisce un punto di riferimento per ogni futuro studio di questo genere. Il volume si compone di una serie di saggi, sull'argomento e sulle metodiche della ricerca, seguiti dalle schede di 22 edifici esemplari. Una veste grafica accattivante e un apparato iconografico assai ampio completano il volume. Scaricate qui le pagine introduttive.
(15 settembre 2011)
- Il veneto nel Medioevo, Quaderni del Centro Studi Medievali Ponzio di Cluny, 224 pagine, brossura, 17x23 cm, Il Prato, Saonara (PD) 2010, € 15,00.
Ci era sfuggita, questa interessante pubblicazione, che raccoglie i testi delle conferenze che il Centro Studi Medievali Ponzio di Cluny organizza periodicamente. In questo numero, di specifico interesse per noi c'è un ampio saggio di Renzo Fontana sull'iconografia della guerra della Lega di Cambrai, ma quasi tutti i saggi riguardano in qualche modo armi e difese, come quelli di Angelo Chemin, sulle vie di comunicazione nel Veneto medievale o quello di Lino Canepari su Cangrande della Scala o ancora, quello di Marco Ferrero sui primi comuni veneti, Verona, Padova, Vicenza.
(11 maggio 2011)
- Guida alla Padova Carrarese, AA.VV, 196 pagine, brossura, 13x23 cm, Edibus, Vicenza 2011, € 15,00.
Curato con passione, e in buona parte scritto, da Francesco Businaro, con contributi di Elisabetta Antoniazzi e di Silvana Collodo, che ha anche supervisionato il lavoro dal punto di vista storico, non è solo una guida, precisa e completa, a quanto si conserva della città carrarese, ma pure un racconto storicamente accurato e completo delle vicende della dinastia che elevò la Padova del Trecento al rango di grande capitale europea, se non compiutamente dal punto di vista politico ed economico, certamente e soprattutto sul piano artistico e culturale nel senso più ampio, come le viene ormai, e finalmente, riconosciuto. Ampio e di qualità l'apparato illustrativo, ma la guida vale l'acquisto anche soltanto per l'albero genealogico "ragionato" della famiglia Da Carrara: un lavoro certosino, che di certo si rivelerà un sussidio prezioso per molti anni a venire. Anche il Comitato Mura ha dato un piccolo contributo al volume, per gli argomenti di sua competenza.
- Assedio! Padova 1509, di A. Greco, C. Ravazzolo e F. Saggiorato, 170 pagine, brossura, 17x24 cm, S.A.R.G.O.N., Padova 2010, s.i.p. (ma € 19,00).
Il volume ripropone il poemetto La Obsidione di Padua, composto nel 1510 da un Bartolomeo de' Cori o Cordo, in una versione moderna di Carla Ravazzolo (ma è presente anche il testo originale), corredata e ravvivata da alcuni approfondimenti tematici di Alessandro Greco e da una postfazione di Fabio Saggiorato che, sulla scorta de L'Assedio di Padova del 1509 di P. Zanetti (1891) fornisce al lettore i dati storici essenziali per poter comprendere e gustare appieno il poemetto. Un'opera composita, corredata di una buona scelta di immagini, che aiuta a capire come l'assedio di Padova fu visto e vissuto dai contemporanei.
(30 dicembre 2010)
- Resti del monastero e del muro della Roccha di Sant'Agata di Padova, di Giampaolo Candiani e Matteo Laudato, in Archeologia Veneta XXXII - 2009, 294 pagine, brossura, 17x24 cm, Società Archeologica Veneta Onlus, Padova 2010, s.i.p., p 260-277.
Gli scavi resisi necessari qualche anno fa per la costruzione di un nuovo edificio nell'area ex Sgaravatti in via P. Paoli hanno portato alla luce, oltre ai resti del monastero di Sant'Agata, già in abbandono nella seconda metà del Trecento, consistenti avanzi di mura e di una torre, che gli autori interpretano come resti delle strutture difensive realizzate nell'area da Francesco il Vecchio durante le guerre con Venezia.
- Il Castello di San Martino della Vaneza a Cervarese Santa Croce, di Alberto Espen, 80 pagina, brossura, 14x21 cm, Editoriale Programma (Guide), Padova 2010, €12,00.
Una guida non scientifica, ma completa e aggiornata (e con belle foto di Giampaolo di Claudio) dell'antico castello carrarese, e del museo del Bacchiglione allestito al suo interno.
(17 dicembre 2010)
- La battaglia di Cadore. 2 marzo 1508. Atti della Giornata internazionale di studio (26 settembre 2009), AA.VV., a cura di L. Puppi e M. Franzolin, 288 pagine, brossura, 21x27 cm, Quaderni della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, Alinari 24 ORE, Milano 2010, € 30,00, ISBN 978-88-6302-044-1.
La Battaglia di Cadore, o di Rusecco, con la quale i veneziani, guidati da Bartolomeo d'Alviano, riconquistarono il Cadore appena occupato dagli Imperiali, costituisce il principale antefatto della guerra sferrata l'anno successivo dalla Lega di Cambrai contro la Serenissima, che portò all'assedio di Padova. (vedi la presentazione del convegno)
(11 dicembre 2010 - panoramica di quanto pubblicato a partire da fine 2009)
- La reggia dei Carraresi a Padova. La casa della rampa, a cura di Nicoletta Nicolini e Alessia Rossi, 128 pagine, brossura, 21x28 cm, Skira, Milano 2010, €29,00
Gli architetti che hanno restaurato la casa ex Anselmi, oggi "Casa della rampa carrarese" narrano le vicende della reggia e del traghetto e descrivono i resti delle strutture di epoca carrarese (gli accessi al traghetto) ritrovati nel corso dei lavori e le modalità seguite per la conservazione e valorizzazione di quanto scoperto. Volume molto documentato, con abbondanza di immagini prima e dopo il restauro, ivi comprese alcune ricostruzioni digitali che permettono di leggere agevolmente le strutture originarie ancora seminascoste negli edifici che le hanno successivamente inglobate.
- Guglielmo da Carrara, di Francesco Lucianetti e Marco Monari, 54 pagine, brossura, 21x29,5 cm, E-Sfaira, Padova 2010, €13,00 (distribuito con Il Mattino di Padova del 29-11-2010 a €7,90)
Seconda "graphic novel" della serie "Medioevo veneto - Fumetto d'autore" (vedi sotto "Damnatio Memoriae"), ha stavolta al centro un personaggio immaginario, Guglielmo, fratellastro di Francesco Novello, che si inserisce nelle vicende storiche e fra i personaggi reali, fra i quali il condottiero inglese Giovanni Acuto. Interessante, nella parte iniziale, la ricostruzione della Padova degli ultimi anni della signoria carrarese, dove le foto di Monari, inserite nelle tavole di Lucianetti, permettono di riconoscere nel loro aspetto attuale gli ambienti e gli edifici ricostruiti, con buona dose di fantasia, nel fumetto.
- Damnatio Memoriae. Vita di Ezzelino III da Romano, di Francesco Lucianetti, 64 pagine, brossura, 21x29,5 cm, E-Sfaira, Padova 2010, €13,00 (distribuito con Il Mattino di Padova del 22-11-2010 a €7,90)
Una "graphic novel" liberamente ispirata alla vita del tiranno di Padova. Per i cultori del tema e gli appassionati di grafica e fumetto. I disegni sono suggestivi e di grande impatto visivo.
- Storia della guerra della Lega di Cambrai, di Giovan Francesco Buzzaccarini, a cura di Francesco Canton, XXXVI+604 pagine+16 di illustrazioni f.t., rilegato, cop. cartonata illustrata, 17,5x24,5 cm, Editoriale Programma, Padova 2010, €38,00
La cronaca di un testimone diretto dei fatti nei quali ebbe egli stesso un ruolo, da padovano di parte imperiale, trascritta dai manoscritti conservati alla Biblioteca Civica di Padova e accuratamente annotata, con un utilissimo glossario e indici dei nomi e dei luoghi in appendice. Non "la" storia, ma "una" storia della guerra, come avverte Oddone Longo nella prefazione, ma una fonte ineguagliabile di notizie dettagliate, e particolarmente interessante per comprendere le ragioni degli antiveneziani.
- Giorgione a Padova. L'enigma del carro, AAVV, 160 pagine, 24x28 cm, brossura, Skira, Milano 2010, €35,00
Il catalogo della mostra allestita al Museo Civico contiene un saggio di Adriano Verdi in cui si valuta, senza pregiudizi, la possibilità o meno che le mura medievali che compaiono nella Tempesta di Giorgione siano quelle di Padova, prima delle trasformazioni cinquecentesche. Il titolo del volume e della mostra fa riferimento alla presenza di un carro carrarese su una delle torri raffigurate da Giorgione.
- Un museo nel ponte romano San Lorenzo di Padova, di Alice Cremesini, p.113-126
in Bollettino del Museo Civico di Padova, A XCVII - 2008, p176, brossura, 17x24, Museo Civico (con ed. Skira), Padova 2010
Un interessante progetto di musealizzazione del ponte di San Lorenzo, con l'intento di dare al manufatto il massimo di visibilità ampliando gli spazi sotterranei, ma anche di evocare, per quanto possibile, l'ambiente originario in cui era inserito, trovando anche lo spazio per esporre alcuni reperti ad esso relativi. Sotto al ponte, come è noto, si conservano anche resti delle fondazioni delle mura comunali della città.
- Il paesaggio delle mura di Padova, percorsi tra storia e natura, a cura di Gabriele Cappellato, 192 pagine, rilegato con copertina morbida illustrata, 13,5x22 cm, Editrice Compositori, Bologna 2009, €20,00
Rilanciata di recente, ma uscita lo scorso anno, una guida di Padova impostata a partire dalle mura, considerate non solo dal punto di vista storico, ma soprattutto da quello naturalistico. Una formula interessante, purtroppo rovinata dai troppi errori contenuti nella sezione più propriamente di guida alla visita della città. Contiene un contributo storico del Comitato Mura e saggi interessanti su paesaggio e flora delle mura di Patrizio Giulini e Rizzieri Masin.
- Padova Carrarese. Il Trecento padovano tra arte e storia. Notturni d'Arte 2010, a cura di Mirella Cosotto Nalon e Alessandra De Lucia, 158 pagine, brossura, 10,5x21 cm, Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, 2010, €4,00
Il libretto di carattere divulgativo che tradizionalmente accompagna i Notturni d'arte dell'estate padovana contiene quest'anno molti materiali riguardanti fortificazioni ed altri edifici del periodo carrarese e in genere la città e il territorio nel trecento, alcuni dei quali firmati dalla nostra associazione.
- La torre dell'Orologio, di Serenella Borsella
- L'orologio astronomico di Piazza dei Signori, di Luisa Pigatto
in Padova e il suo Territorio n.145, giugno 2010, Editrice la Garangola, Padova, €4,50
Due articoli a conclusione dei recenti restauri della torre e dell'orologio, che, come si sa, sono rispettivamente la trasformazione di una porta d'ingresso alla reggia carrarese e la copia quattrocentesca dell'orologio trecentesco del Dondi, ospitato a sua volta in una torre della reggia stessa.
- Padova e il suo Territorio n.143, febbraio 2010, Editrice la Garangola, Padova, €4,50
Il numero è per metà dedicato al Prato della Valle e al Piano Crotti, con numerosi interventi pro e contro, di Ivo Rossi, Paolo Pavan, Luigi Mariani, Guglielmo Monti, Bepi Contin, Elio Franzin, Renzo Fontana, Roberto Cruciato e dello stesso Sergio Crotti.
- Storia di Padova. Dall'antichità all'età contemporanea, a cura di Giuseppe Gullino, testi di Lorenzo Braccesi, Sante Bortolami, Giuseppe Gullino, Giorgio Roverato, 376 pagine + 48 di illustrazioni f.t., brossura, 17x23 cm, CierreEdizioni e Centro Studi Ettore Luccini, Sommacampagna, Verona, 2009, €28,00
Una storia di Padova che va finalmente oltre il livello dei manualetti che ripropongono leggende e stereotipi, anche se non ancora l'opera storica "definitiva", che per la nostra città continua a mancare. Comunque un passo importante in quella direzione e i nomi degli specialisti che ne hanno compilato le quattro parti che la compongono, Lorenzo Braccesi per L'Antichità, Sante Bortolami per L'età medievale, Giuseppe Gullino per L'età moderna e Giorgio Roverato per L'età contemporanea, ne garantiscono l'alta qualità.
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Ultimo aggiornamento: 1 giugno 2018
Aggiornamenti a partire da aprile 2009
Gli aggiornamenti più recenti sono in testa all'elenco
(Le rubriche Notizie, Appuntamenti, Novità in libreria e Link vengono aggiornate con regolarità e non sono qui prese in considerazione)
(11 dicembre 2018) - Aggiornata la pagina delle Pubblicazioni del Comitato Mura con il volume Padova sotterranea
(11 aprile 2018) - Per facilitare il lettore, tutti i materiali riguardanti il Museo Multimediale delle Mura e il Parco delle Mura e delle Acque sono ora consultabili cliccando i banner che compaiono nella colonna dei menu a sinistra, oltre che alle relative voci del menu Studi progetti documenti
Tutto il materiale riguardante il è ora consultabile cliccando il banner che compare nella colonna dei menu a sinistra, oltre che alla relativa voce nel menu Studi progetti documenti
(18 giugno 2017) - Creata pagina per la Guida delle Mura medievali di Padova e relativo errata corrige. Aggiornata la pagina delle Pubblicazioni del Comitato Mura
(18 aprile2016) - Aggiunta una pagina dedicata a Ca' Lando nel menu Dentro le mura la città,
(14 marzo 2016) - Nuovo menu Dentro le mura la città, nella colonna di sinistra, dove sono ospitati articoli, studi e materiali realizzati nell'ambito del Comitato Mura, ma che riguardano edifici e aspetti della città di Padova diversi da mura e fortificazioni. I primi riguardano la pavimentazione dell'Isola pedonale realizzata nel 1983 , il Pubblico macello del 1906 e il Corpus delle epigrafi medievali
(6 gennaio 2016) - Nel menu Conservazione e restauro, alla voce Il dibattito pubblicto un intervento dell'allora Soprintendente ai Beni architettonici e paesaggistici Guglielmo Monti, Due strategie per il restauro, apparso nel 2008 in una pubblicazione della Regione del Veneto. Alla voce Leggi e normative sono stati aggiornati i link ai siti governativi
(6 gennaio 2016) - Aggiornate le pagine sugli Interventi di restauro completati e su quelli in corso o programmati
(dicembre 2015) - Aggiornate alcune pagine istituzionali: Principali iniziative attuate dall'associazione, Cronologia delle manifestazioni dal 1976 al 2010, Mostre
(11 novembre 2015) - Il Progetto per il Parco delle Mura elaborato dal Comitato Mura nel 2014 e adottato dall'Amministrazione comunale nel 2015 è ora consultabile e scaricabile
(gennaio 2015) - Le pagine di contenuti extra riservate agli utenti della guida "Mura di Padova" sono ora raggiungibili anche dal menu Link, alla voce Guida Mura di Padova
(11 agosto 2014) - Aggiornate le pagine sugli interventi di restauro in corso e quelli completati
(18 luglio 2014) - La sezione contenuti extra della Guida alle Mura di Padova, accessibile solo ai possessori della guida mediante codice QR, si sta arricchendo in questi giorni di nuove pagine e nuove immagini
(marzo 2014) - Nel menu Studi progetti documenti una nuova voce rimanda a una serie di progetti elaborati dagli studenti dell'IUAV per il Parco delle Mura di Padova
20-12-2013 - Aggiunto al menu Chi siamo l'elenco storico dei presidenti dell'associazione
25-5-2013 - Riviste le voci del menu Le mura di Padova su mura comunali e carraresi, ora riunite nella voce principale Le mura medievali. Aggiunta voce Difese nel territorio
21-5-2013 - aggiornate le informazioni su Interventi di restauro in corso e Interventi completati, aggiunte indicazioni bibliografiche nella pagina Assedio di Padova
12--8-2012 - progetto Padova Sotterranea nel menu Studi progetti documenti, voce Padova Sotterranea e visita virtuale alle mura comunali nel menu Le mura di Padova, voce Le mura Comunali
20-1-2012 - scaricabile articolo di Angiolo Lenci su ricognizione settecentesca sullo stato delle mura
2-1-2012 - nuove pagine su Le difese altomedievali e sul torrione di S. Giustina e un'introduzione alla sezione Le mura e le acque. Aggiornate pagine su torrione e porta Pontecorvo, porta Codalunga e porta Savonarola
11-2011 - aggiornata con nuove immagini la pagina su porta Ognissanti
27-9-2011 - nella sezione Archivio nel menu orizzontale è attiva la voce cronologia iniziative e manifestazioni
8-8-2011 - nel menu Conservazione e restauro, è attiva la pagina Leggi e normative
29-3-2011 - nel menu Studi progetti documenti, nuova pagina sul Progetto Padova Sotterranea
4-3-2011 - nuova pagina su Lo stato attuale delle mura rinascimentali
20-1-2011 - articoli scaricabili in pdf: Giulio Bresciani su Le mura di Ognissanti e Angiolo Lenci su un progetto settecentesco per il castello
11-1-2011 - nella sezione Archivio nel menu orizzontale è attiva la voce Materiali didattici
5-1-2011 - completata la voce Mostre del menu Archivio
3-1-2011 - nella sezione Archivio nel menu orizzontale è attiva la voce Studi, relazioni e altri documenti
18-12-2010 - aggiornata la voce Pubblicazioni e aggiunta la voce Mostre, con relative sotto-voci, nel menu Archivio
17-12-2010 - nella sezione Archivio nel menu orizzontale sono ora attive le voci Pubblicazioni e Manifesti
11-12-2010 - nuova rubrica novità in libreria (nella colonna dei menu a destra)
18-11-2010 - pubblicata la relazione storica sul torrione Alicorno
24-10-2010 - nuova pagina su porta Saracinesca
17-10-2010 - pubblicato lo studio sul Sistema Bastionato del 1986
3-10-2010 - nuova pagina su porta Codalunga
3-10-2010 - nuova pagina introduttiva sulle porte della cinta veneziana
15-9-2010 - nuova pagina sul Traghetto alle mura
6-9-2010 - documento Proposte per il castello inserito nella voce Il dibattito
4-9-2010 - aggiornata con nuove immagini la pagina su porta San Giovanni
2-9-2010 - articolo Il castello e le opere della difesa inserito nella voce Il dibattito
2-9-2010 - attivata la voce di menu Il dibattito
29-8-2010 - aggiornate con nuove immagini le pagine sui bastioni Cornaro e Impossibile
11-8-2010 - nuova pagina su porta Ognissanti
11-8-2010 - aggiornate le pagine sul bastione Impossibile e su porta Savonarola
9-8-2010 - nuova pagina Le origini del castello di Padova
5-8-2010 - modifiche all'organizzazione dei menu di sinistra
30-7-10 - lancio canale YouTube del Comitato mura
25-5-2010 - nuova pagina Lo stemma di Ezzelino
6-5-2010 - nuova pagina Il castello di Ezzelino
2-5-2010 - creata nuova sezione "Opinioni e commenti" e primo articolo La rotazione di Antenore
26-4-2010 - nuova pagina e relativa voce di menu L’evoluzione storica di un ecotopo urbano
8-4-2010 - nuova pagine Il castello carrarese e Il castello di Padova
8-4-2010 - nuova sezione "Il castello di Padova" nel menu di sinistra
24-1-2010 - aggiunte nuove immagini alle pagine su porta Pontecorvo e bastione Pontecorvo
23-1-2010 - aggiunte nuove immagini alla pagina su porta Santa Croce
5-1-2010 - cambiato il nome della voce di menu da Profilo storico a Storia in Breve
5-1-2010 - creata pagina La reggia carrarese. Le vicende architettoniche
5-1-2010 - creata pagina introduttiva a La reggia carrarese
20-12-2009 - creata pagina Le muraglie vecchie di Padova
17-12-2009 - creata pagina Interventi di restauro completati
17-12-2009 - creata pagina Il castello di Padova
17-12-2009 - creata pagina Le mura carraresi
13-12-2009 - creata pagina Le mura romane
10-12-2009 - creata pagina Le mura comunali
5-12-2009 - creata pagina sul bastione Santa Croce
5-12-2009 - aggiornata la pagina sui restauri del bastione della Gatta
7-11-2009 - aggiunto video alla pagina Le mura rinascimentali
30-10-2009 - creata pagina sul bastione Pontecorvo
30-10-2009 - creata pagina sul bastione Cornaro
22-10-2009 - creata pagina su porta Santa Croce
16-10-2009 - creata pagina introduttiva a Le mura rinascimentali
24-9-2009 - nuova pagina sui restauri del bastione della Gatta
14-9-2009 - nuova pagina sui restauri del bastione Moro I
7-9-2009 - aggiornate le pagine Interventi in corso nel menu Restauri e Manutenzione
21-7-2009 - creata la pagina sul bastione della Gatta
21-7-2009 - creata la pagina su porta Pontecorvo
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11-5-2009 - nuove foto aggiunte alla pagina sui restauri dell'aula all'aperto
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LE MURA DI PADOVA
Tutta la storia in breve
Quando si parla di Mura, a Padova, ci si riferisce di solito alla cinta cinquecentesca veneziana, quella che a tutti capita di incrociare o costeggiare ogni giorno, ogni volta che si attraversi la città. Delle mura medievali pochi si accorgono e sicuramente c'è chi pensa che porta Molino e Porta Altinate facciano parte delle stessa cinta delle altre cinque porte rimaste.
Del resto, dell'esistenza di un castello di Padova ci si comincia solo ora a rendere conto...
Scopo di queste brevi note è dunque di fornire un quadro di riferimento e una cronologia minima delle diverse opere di difesa che hanno interessato la città nel corso dei secoli.
Una più ampia e dettagliata trattazione dei singoli periodi, nonchè di ogni singolo elemento superstite o scomparso delle cerchie medievali e veneziane (porte, bastioni e via dicendo), completa delle opportune indicazioni bibliografiche, è disponibile alle voci specifiche del menu a sinistra (pagine in via di completamento).
INDICE
- Il castello dalle origini a Ezzelino
- Le mura intermedie e quelle carraresi
- I Veneziani e l'assedio del 1509
- Le mura rinascimentali veneziane
- Le mura fra Ottocento e Novecento
(NB: buona parte delle immagini che accompagnano il testo possono essere ingrandite cliccandovi sopra)
PADOVA PREROMANA
Padova, come dimostrano gli scavi archeologici, non è città di fondazione romana. Lo confermano indirettamente da un lato la leggenda della fondazione da parte del troiano Antenore, dall'altro la difficoltà (secondo alcuni l'impossibilità) di ritrovare nella sua topografia antica il reticolo viario tipico delle città romane.
Già in epoca paleoveneta Padova, comunque si chiamasse allora, era una vera città, estesa all'interno di due grandi anse di un fiume di grande portata, verosimilmente l'attuale Brenta, il cui nome latino era Meduacus, che scorreva allora, o perlomeno un suo ramo scorreva, più a sud rispetto al suo corso attuale.
Alla prima epoca paleoveneta, a partire dall'VIII secolo, risalgono le palificate ritrovate in più occasioni lungo il corso del fiume (in primo piano nella foto a destra), mentre già dal VI si trovano lavori di arginatura in pietra. Argini, appunto, non mura, ma possiamo a buon diritto considerarle le prime difese della città, da quello che da fonte di vita poteva trasformarsi in un vero e feroce nemico, l'acqua...
PADOVA ROMANA
Con la colonizzazione romana, e soprattutto in epoca imperiale, Patavium, ancor prima di divenire municipio, si dota di tutte le strutture pubbliche e private caratteristiche di una città romana importante: foro, basilica, templi, strade lastricate, ponti...
Si dota anche di mura? Storici e archeologi usano ormai con sempre maggiore confidenza questo termine, che va preso però in senso lato.
E' un fatto che, se non sono stati localizzati molti edifici pubblici (solo il teatro, l’anfiteatro, forse la basilica, un tempio extra moenia, i moli del porto sotto l'Università e diversi ponti), e se tuttora si cercano tracce certe del foro, se neppure la struttura viaria è chiara, si sono invece trovate in più punti della città strutture murarie in grossi blocchi di pietra, all'interno della prima ansa del fiume: al ponte della Stua (oggi allo sbocco di Riviera dei Ponti Romani in Corso del Popolo), in Largo Europa (foto a destra, durante gli scavi della Soprintendenza Archeologica del 1990), sotto il monastero di S. Pietro e recentemente anche al castello.
Almeno nel caso di Largo Europa queste strutture si elevano anche per parecchi metri. Fino a tempi recenti le si è considerate argini del fiume, ma certo la loro imponenza dà da pensare: se non di mura in senso difensivo, si potrà probabilmente parlare di una cinta con valore simbolico e monumentale.
Resta naturalmente il problema di capire se questo recinto monumentale si estendesse anche a racchiudere la parte orientale della città romana, quella all'interno della controansa.
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L'ALTO MEDIOEVO
Con la caduta dell'impero romano d'occidente si apre per Patavium un periodo di progressiva decadenza. Rimane fra i domini dell'impero d'oriente ed è verosimile che in quel periodo, caratterizzato dalle continue incursioni di barbari, qualche forma di difesa militare vera e propria i bizantini l'abbiano apprestata, anche se non se n'è ancora trovata traccia certa.
Poi, intorno alla fine del sesto secolo la città subisce due eventi traumatici, che ne condizioneranno il successivo sviluppo.
Nel 589, secondo la tradizione, viene inondata nel corso di un generale sconvolgimento idrografico della pianura padana: forse è questo il momento in cui il Medoacus/Brenta abbandona il suo corso, o almeno il suo corso inferiore, e viene sostituito, non sappiamo se spontaneamente o per opera dell'uomo, dal Retrone (l’odierno Bacchiglione), che in precedenza doveva lambire la città a sud.
Pochi anni più tardi, nel 602, i Longobardi di Agilulfo la radono al suolo, sempre stando alle scarne notizie storiche. Certo è che il vescovo si sposta a Monselice, chiaro segnale di un'effettiva decadenza della città, che continuerà per almeno altri tre secoli.
Il vescovo ritornerà già a fine 700 con i Franchi ma solo nell'880 verrà nominata Padova in un diploma di Carlo III.
Nell'899 subisce poi una nuova distruzione da parte degli Ungari.
Difficile pensare che per tutto questo periodo Padova sia stata in grado di darsi delle strutture di difesa di qualche rilevanza.
Subito dopo l'incursione degli Ungari però le cose sembrano cambiare e i documenti registrano qualche segnale importante: nel 912 e di nuovo nel 915 re Berengario concede al Vescovo di Padova di costruire castelli ove necessario e nel 950 due diversi documenti fanno riferimento rispettivamente ad uno e a due castelli.
Mentre nel corso dell'XI secolo si riattivano ponti e vie di comunicazione, nel 1031 incontriamo la prima menzione esplicita di un castrum domo, un castello del duomo, evidentemente la residenza fortificata del vescovo.
Poi, nel 1062, la notizia che qui ci interessa di più, perché finalmente si riferisce a qualcosa che possiamo in qualche modo ancora vedere: viene citata per la prima volta la Turlonga.
Per molto tempo se n'è dubitato, ma oggi sappiamo con certezza che quella Turlonga altro non è che la prima "incarnazione" della torre che, attraverso trasformazioni e ripetute ricostruzioni, costituirà il nucleo dell primitivo castello di Padova, intorno al quale si svilupperanno poi quello di Ezzelino e quello carrarese, per ospitare infine nel settecento la Specola che tutti conosciamo.
A successive menzioni della Turlonga, nel 1070 e nel 1102, seguono le prime notizie di spaldi, opere difensive verosimilmente in terra, forse irrobustite da palizzate in legno. il primo a venir nominato è presso le Turreselle.
Impossibile determinare con esattezza struttura e posizione di queste opere, anche se è logico supporre che le successive mura comunali ne seguano il tracciato.
Il terremoto del 1117 non interrompe la realizzazione di opere civili e religiose, anzi la accelera, con una rapida ricostruzione delle opere distrutte o danneggiate dal sisma. La città comincia ad espandersi oltre l'insula delimitata dalla prima ansa, nella quale si era forse ritirata durante il periodo più oscuro della sua storia.
Si incontrano i primi riferimenti a veri e propri muri di difesa, anche se non sembrano ancora essere organizzati in un sistema organico. Bisogna peraltro sempre ricordare che Padova era attraversata, già allora, da una rete di corsi d'acqua, grandi e piccoli, alcuni dei quali provvedevano già una minima difesa e si rinforzavano invece probabilmente con terrapieni o muri i punti più deboli e delicati e gli edifici più importanti.
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LE MURA COMUNALI
Nel 1195, quando ormai la città è un solido e orgoglioso comune, anche relativamente potente e riconosciuto nella pace di Costanza, "fo comenzà i muri della zità de Padoa de fuora", come recita la redazione in volgare degli Annales Patavini. Il Liber Regiminum Padue aggiunge che la costruzione iniziò da ponte S. Leonardo ed era ormai conclusa nel 1210.
Sono queste le mura comunali, quelle che cingono l'insula, e che, giunte agli inizi del nostro secolo ancora ben visibili per buona parte del loro perimetro, successivi e sempre più distruttivi interventi edilizi e urbanistici hanno in gran parte cancellato, anche se ne rimane abbastanza da renderne ancora leggibili struttura e percorso (a destra le mura comunali evidenziate sulla pianta del Valle).
Che aspetto avevano le mura comunali di Padova? Due immagini, che risalgono però al secolo successivo, ci possono un po' aiutare.
Nell’affresco di Giusto de’ Menabuoi nella cappella del Beato Luca al Santo (sotto a sinistra), come nel modellino scolpito che fa parte del monumento funebre di Ubertino da Carrara, oggi agli Eremitani (sotto a destra), vediamo un muro merlato, che sappiamo essere stato alto circa 12 metri e spesso all'incirca tre, intervallato da una serie di torri, in molte delle quali si aprono delle porte.
Nè più né meno l'aspetto che hanno ancor oggi città murate come Cittadella o Montagnana.
A questo primo circuito di mura appartengono le porte Molino, o dei Molini (sotto a sinistra in una foto della prima metà del Novecento) e Altinate, due delle quattro porte principali, o regales come le definisce Giovanni Da Nono, che nella prima metà del Trecento, nella sua VIsio Egidii regis Patavie, fa un'accurata descrizione della città di Padova come appariva nel duecento. Sono quelle che si aprono sulle vie principali di traffico. Le altre due erano quella delle Torricelle, aperta in direzione del Prato della Valle all’interno del ponte omonimo, e di S. Giovanni, che dava appunto sul ponte di S. Giovanni delle navi, con il suo porto. C’era in realtà una quinta porta con le caratteristiche delle quattro regales. E c'è ancora, anche se nascosta e ancora poco nota. Ci torneremo fra poco.
Queste le porte principali. Ma una caratteristica delle mura medievali (e vale quindi anche per quelle carraresi) era il gran numero di porte, grandi e piccole (portelletti), che si aprivano al termine praticamente di ogni strada che le mura si trovassero ad intersecare.
Il Da Nono ne elenca altre quindici, nominandole una per una. Le vedute ne riportano un numero variabile, ma sempre inferiore, anche perché le caratteristiche stesse delle vedute prospettiche non permettono comunque di mostrarle tutte.
Quando nel 1237 Ezzelino III da Romano si impossessa della città e dà inizio poco più tardi alla costruzione del suo castello, i lati est e nord della sua cinta si agganciano alle mura comunali, chiudendo, o meglio riducendo di dimensione e trasformandola in semplice porta del castello una grande porta urbica, con arco in pietra del tutto simile a quelli delle porte dei Molini e Altinate, che si apriva sul lato ovest subito a ridosso della Torlonga. Il Da Nono elenca la porta del Castello fra quelle minori, segno che già al suo tempo se ne era perso il ricordo come porta cittadina, essendo rimasta in servizio neanche una trentina d'anni. Successivamente inglobata e nascosta all’interno della più complessa struttura dell’ingresso di sud-ovest di epoca carrarese, è stata recentemente riportata in luce (sotto a destra, con accanto l'esterno della torretta in cui è "nascosta").
Le mura comunali, a loro volta, terminano non a ridosso della Torlonga, ma si appoggiano, da entrambi i lati con un leggero angolo, ad un piccolo recinto che la circonda verso l'interno, segno che già prima della costruzione delle mura comunali, esisteva un vero e proprio castello attorno alla Torlonga, anche se piccolo: è verosimilmente l'altro dei due castri (con quello del duomo), che abbiamo visto più volte citati dai documenti.
(a sinistra un tratto di mura comunali discretamente conservato, in riviera A. Mussato - a destra un tratto oggi scomparso, come anche il ponte della Stua in primo piano)
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IL CASTELLO DALLE ORIGINI A EZZELINO
Pur con ampi margini di incertezza, le fasi costruttive del castello di Padova sono ormai sufficientemente delineate.
Innanzitutto sorge in un punto che già in precedenza ha costituito un punto forte, anche perché qui si dirama il fiumesello (inizialmente forse un taglio dell'ansa, non sappiamo se naturale o artificiale, nè quanto antico, che più tardi, quando il corso del fiume viene invertito nel tratto da torricelle alle porte contarine diventerà naviglio interno, secondo la definizione moderna): gli scavi archeologici recenti, anche se limitati in estensione, hanno permesso di individuare fondazioni romane in pietre squadrate di grandi dimensioni, in tutto simili alle mura trovate in largo Europa e altrove, e un altro tratto di muro di un certo spessore fa pensare a opere altomedievali certo più importanti di semplici abitazioni.
Come detto, la prima notizia certa dell'esistenza di una torre, la Turlonga, è del 1062, e gli esperti confermano che la struttura dell'attuale torre della Specola, nella sua prima fase, risale almeno all'XI secolo, il ché conferma l'identità fra le due. Quando esattamente sia stata poi circondata dal piccolo, ma ben munito ridotto (in verde nella piantina di Stefano Tuzzato, più volte pubblicata, p.e. nel catalogo della mostra "Ezzelini"), non è possibile per il momento stabilire, ma visto che già in precedenza si parla di "due castelli" è verosimile che anch'esso risalga all'XI secolo o poco più tardi. L'intervento di Ezzelino, per il quale si parla di un castello con due possenti torri (le Zilie), e così esteso da inglobare la antica chiesa di S. Tommaso (che verrà ricostruita all'esterno), dà probabilmente al castello la sua fisionomia già definitiva, almeno per quanto riguarda il perimetro. Le due torri sarebbero dunque la vecchia Torlonga, opportunamente ricostruita e rinforzata, e quella che dà su piazza castello, oggi molto abbassata, ma ancora perfettamente riconoscibile.
L'altro elemento sicuramente ezzeliniano finora confermato è la porta ricavata all'interno di quella urbica di cui si è detto, della quale sono stati ritrovati i fori dei cardini (nella foto a destra è quello più interno rispetto al montante dell'arco).
Quando Francesco il Vecchio da Carrara, nel 1374, darà inizio alla "costruzione" del nuovo castello, in realtà ricostruirà e aggiornerà il castello di Ezzelino, trasformandolo da semplice struttura militare a seconda reggia, come i recenti nuovi ritrovamenti di affreschi hanno definitivamente confermato (vedi sotto Il castello carrarese).
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LE MURA INTERMEDIE
Abbiamo già detto che al momento delle loro costruzione le mura comunali delimitano e difendono soltanto la parte più popolosa della città, quella in cui sorgono tutti gli edifici comunali, il complesso delle piazze, già allora il vero cuore della città, e la cittadella episcopale, con il duomo e il suo castrum. Ma la città si estendeva già oltre, soprattutto verso est, come del resto era stato in antico, e verso sud. Logico che prima o poi si dovesse provvedere alla difesa anche di quelle parti della città, in particolare della cittadella antoniana, che giusto in quegli anni si andava consolidando.
Già in epoca ezzeliniana si ha notizia d una seconda linea di difesa a sud, lungo il canale delle Acquette e a Pontecorvo.
Cacciato Ezzelino, temendo il suo ritorno, sul fronte occidentale, trecento passi all'esterno delle mura viene scavato un fossato e costruito uno spalto con palizzate e torri di legno. Pochi anni dopo lo spalto viene sostituito da un muro, stabilendo probabilmente il tracciato che verrà poi confermato, in quel settore, dalle mura carraresi e più tardi da quelle veneziane.
Le opere si susseguiranno senza soluzione di continuità per tutto il secolo e buona parte del successivo, senza un progetto unitario, semplicemente racchiudendo successivamente ulteriori parti della città, a mano a mano che ne cresceva l'importanza, sia dal punto di vista del numero dei residenti, sia da quello della rilevanza economica o religiosa.
Di fatto un primo ampliamento ingloberà entro vere e proprie mura una fascia a sud, fra le mura comunali e il canale delle Acquette, e la zona est, grosso modo quella che in antico occupava la controansa del Meduacus.
LE MURA CARRARESI
Seguirà, già in epoca carrarese, il definitivo inglobamento della fascia a ovest, che già abbiamo visto fortificata, e del settore a nord, fino al convento di S. Giovanni di Verdara e a Coalonga, che a quanto si capisce dopo i recenti scavi nei pressi della Rotonda, comprendeva almeno parte del Borgomagno, spingendosi più a nord rispetto alla cortina veneziana, dove doveva sorgere la Chiesa delle Trinità.
Si completa così quella che verrà poi definita seconda cerchia (sopra a destra, evidenziata in ocra nella veduta del Dotto di "Padova circondata dalle muraglie vecchie", attorno al nucleo comunale in rosso mattone).
I Carraresi, nel corso del Trecento, realizzeranno poi, o completeranno, la cinta più esterna, inglobando tutta l'area a sud fino a S. Croce e a S. Giustina con il Prato della Valle e infine il borgo di Ognissanti a est (sopra a destra, nella veduta del Dotto, le parti in giallo).
Di tutte queste cortine ben poco rimane: sostituita dalla cinta veneziana quella più esterna, demolite nel corso del tempo le cortine interne, ne rimangono pochi lacerti, in buona parte neppure visibili.
Molta attenzione viene dedicata a tutta l'area, strategicamente essenziale, intorno al castello (qui sotto, evidenziata in rilievo sulla pianta del Valle).
A sud sorge la prima Cittadella (più tardi definita vecchia), da cui si diparte il soccorso, un lungo corridoio protetto che conduce fino alla torre della catena o del soccorso (sotto a destra), ancor oggi esistente, che permetteva il controllo della navigazione sul Bacchiglione.
Col crescere delle esigenze belliche una seconda cittadella, detta nuova, verrà poi realizzata a ovest del castello, sulla sponda opposta del Bacchiglione.
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IL CASTELLO CARRARESE
Infine nel 1374 Francesco il Vecchio pone mano alla costruzione, dicono le cronache, ma oggi diremmo alla ristrutturazione, del castello stesso: non tanto, o comunque non solo, dal punto di vista militare, quanto piuttosto per trasformarlo, o almeno trasformarne una parte importante, in una vera e propria reggia, come la recente scoperta di sale riccamente affrescate testimonia (sotto a sinistra). Dell'aspetto esterno quale doveva essere in epoca carrarese abbiamo una vivida immagine, assai fedele in tutti i dettagli visibili, nell'affresco di Giusto de' Menabuoi nella cappella del Beato Luca Belludi al Santo (sotto a destra).
In realtà, anche se le fonti non ci danno notizie particolari in proposito, non è pensabile che già i suoi predecessori non avessero ben curato il castello almeno dal punto di vista militare. Tanto più che la costruzione del traghetto, il percorso sopraelevato che in caso di pericolo permetteva di raggiungere il castello dalla reggia propriamente detta, sorta a partire dalla signoria di Ubertino al centro della città, precede di parecchio i lavori di Francesco il Vecchio e conferma un uso continuo del castello.
In ogni caso, l'aspetto che il castello assume con i lavori di Francesco il Vecchio è quello che conserverà praticamente immutato, sebbene in parziale abbandono, fino alla trasformazione della Torlonga e delle adiacenze in sede della Specola nel 1767 e del resto della struttura in carcere quarant'anni pù tardi. Due famose immagini di Marino Urbani, disegnate attorno al 1800 lo testimoniano (qui sotto). Quanto ancor oggi vediamo di originale, che non risalga cioè alle modifiche sette-ottocentesche, che ne hanno profondamente alterato l'aspetto tanto da cancellarlo dalla memoria dei padovani, appartiene quasi esclusivamente alla fase carrarese. (Nelle immagini più sotto, la pianta del castello a fine 800, dal volume di Giuseppe Lorenzoni sul Castello, e una veduta aerea subito dopo la dismissione del carcere).
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I VENEZIANI E L'ASSEDIO del 1509
Nel 1405 la Serenissima pone fine, nel modo cruento che sappiamo, alla dominazione e, fisicamente, alla stessa dinastia carrarese. Sotto il nuovo dominio i lavori sulle difese cittadine si limitano alla manutenzione, sia per quanto riguarda il castello che le mura, almeno stando alle fonti.
Fra quattro e cinquecento però progrediscono rapidamente le armi da fuoco, rivoluzionando sia le tecniche di offesa che quelle di difesa. Forse i veneziani avrebbero fatto bene a prendere qualche provvedimento in proposito già in tempo di pace...
Sta di fatto che, dopo la terribile sconfitta di Agnadello da parte delle truppe francesi della Lega di Cambrai, e il successivo sbandamento di quelle veneziane, che mette a rischio la stessa sopravvivenza della Serenissima, all'arrivo dell'esercito di Massimiliano D'Asburgo che nel settembre 1509 cingerà d'assedio Padova, la città si presenta ancora sostanzialmente con le sue mura trecentesche carraresi, del tutto inadatte a sostenere la forza d'urto delle nuove artiglierie.
E' importante mettere bene in chiaro che non sono le mura veneziane che vediamo oggi quelle che difendono Padova durante l'assedio. Sono quelle carraresi, aggiornate, diciamo così, in fretta e furia, nei due mesi fra luglio e settembre, per renderle quanto più possibile adatte alla bisogna: vengono drasticamente abbassate, perché l'altezza costituisce ormai più un pericolo che un vantaggio, in quanto una cannonata può farle crollare addosso ai difensori e d'altra parte possono essere facilmente scavalcate dai tiri dell'artiglieria. Vengono invece rinforzate all'interno con uno spesso terrapieno retto da una palizzata, molto più adatto a smorzare i colpi, e affiancate da fosse e altri terrapieni. Ove possibile si realizzano probabilmente degli approssimativi bastioni di fortuna (è forse il caso di Codalunga). Il tutto sotto la guida del procuratore Andrea Gritti e con la consulenza dell'architetto veronese Frà Giocondo (sotto a sinistra il probabile assetto delle difese di Padova nel 1509).
Il punto debole, dove si concentra infatti l'assedio, sembra essere la Coalonga, che evidentemente, e gli scavi di cui si è fatto cenno sembrano confermarlo, era come un lungo e relativamente stretto cuneo, che si spingeva probabilmente parecchio più verso nord rispetto al bastione attuale e includeva almeno in parte il Borgomagno, e poteva dunque essere attaccato da due lati. Là si concentrano i lavori di irrobustimento più estesi, anche se oggi di difficile lettura, che comprendono anche la costruzione di bastioni all'esterno delle mura carraresi.
Una stampa del Burgkmair (sopra a destra), abitualmente considerata una rappresentazione di fantasia, sembra invece mostrare la situazione reale dell'assedio, vista dall'Arcella verso la città.
Grazie alla strenua difesa delle truppe veneziane, comandate da Niccolò Orsini da Pitigliano, ma guidate sul campo da valenti capitani come Citolo da Perugia e Lattanzio da Bergamo, nonostante numerose brecce vengano aperte nella cortina dal fuoco dell'artiglieria pesante, l'attacco viene infine respinto.
LE MURA RINASCIMENTALI VENEZIANE
Scampato il pericolo, appare chiara la necessità di dotare la città di nuove e più aggiornate difese. I lavori ricominciano già subito dopo l'assedio, ma procedono a intermittenza fino alla definitiva fine delle ostilità, nel 1513, dopodiché proseguono con regolarità, sotto la guida del Capitano Generale Bartolomeo d'Alviano, a partire ovviamente dal bastione di Codalunga, detto familiarmente della Gatta, a ricordo del ben noto episodio durante l'assedio. Solo allora si cominciano a costruire le mura come le vediamo almeno in parte ancora oggi.
Mura che seguiranno grosso modo il circuito delle mura carraresi, ma senza ricalcarlo esattamente, neppure dove fino a poco tempo fa si pensava che così fosse (vedi il recente ritrovamento di un tratto di muro a Porta Savonarola, che corre in direzione diversa, ance se non lontano dalle mura veneziane. Razionalizzandone invece il tracciato, raddrizzandone i tratti sinuosi e in qualche caso spostandole più all'interno, come a Codalunga, in altri più all'esterno, vedi il caso del torrione Alicorno, dove per l'occasione si sposta anche il fiume/canale raddrizzandone il corso (sopra, sulla pianta del Valle è disegnato il tracciato, in parte noto, in parte presunto delle mura medievali).
E, poiché quando si iniziano a costruire si è ancora in una fase di transizione e i criteri di progettazione delle mura non si sono ancora del tutto adattati alle nuove esigenze e si procede per approssimazioni successive alla soluzione ideale, Padova costituisce una sorta di palinsesto delle varie soluzioni che anche a distanza di pochi anni si avvicendano.
Così i primi bastioni sono rotondi, propriamente dei torrioni, perché quella sembra la forma che meglio si presta a sviare i colpi dell'artiglieria, che risultano efficaci solo quando incidono ortogonalmente sulla muraglia. E' il caso del Bastione di Codalunga, il primo costruito, e poi di quelli dell'Impossibile (o dei Crociferi) (sotto, a sinistra nella pianta del Valle), dell'Arena, dell'Alicorno, di S. Giustina (sotto a destra) e di Pontecorvo, dei due gemelli Venier, o del Portello Nuovo, e Buovo, o del Portello Vecchio, della Saracinesca, oltre ai due più piccoli, della Ghirlanda e piccolo, come è chiamato semplicemente quello lungo l'odierna via Loredan.
Ben presto ci si rende però conto che la forma rotonda presenta il grosso problema del cosiddetto angolo morto.
Si passa quindi a una forma poligonale, leggermente più debole in quanto i suoi lati sono rettilinei, ma che meglio consente di impedire al nemico di avvicinarsi (sotto a sinistra).
Di questo tipo sono i bastioni del settore ovest, realizzati negli anni venti del ‘500, Savonarola, S.Giovanni e S. Prosdocimo. Cui seguono i baluardi di nord ovest, Moro I e II, realizzati nel 1531-32, nei quali le piazze basse, forse su un solo livello, sono probabilmente già a cielo aperto (sopra a sinistra, nella pianta del Valle).
Si sta infatti manifestando in quegli anni il grave problema dello scarico dei fumi, che viene finalmente risolto negli ultimi due baluardi costruiti, Cornaro e S. Croce (sotto a destra), progettati da Giangirolamo e Michele Sanmicheli e realizzati rispettivamente nel 1540 e nel 1547, costruiti a ridosso delle cortine già esistenti, che hanno sia le piazzebasseche quelle alte a cielo aperto.
Manca soltanto, nel catalogo dei bastioni padovani il modello finale, che si vede a Ferrara, che prevede i cosiddetti orecchioni, con le cannoniere ben incassate sui fianchi, a ridosso delle cortine.
Le porte vengono drasticamente ridotte di numero: sono ora solo sette, due delle quali saranno demolite: Saracinesca, a fine Ottocento (sotto a sinistra), e Codalunga negli anni venti del Novecento; più una porta d'acqua di cui diremo.
E non sono più allineate con le strade, neppure con quelle principali, per rendere più difficoltoso l'ingresso delle truppe nemiche nel caso riuscissero a sfondarne una.
Ma più ancora che le opere in muratura, quelle che in buona parte vediamo ancora oggi, sono le opere sul terreno, all'interno e soprattutto all'esterno della cinta, che differenziano decisamente le mura cinquecentesche da quelle medievali: per un miglio tutto attorno alla città vengono demoliti tutti gli edifici, non importa quanto antichi o importanti, ivi compresi il lazzaretto, la certosa e altri monasteri e chiese, nonché gli alberi ad alto fusto. E' il guasto, già in buona parte realizzato nei due mesi di preparazione all'assedio del 1509, ma che ora viene completato scientificamente. Le mura vengono circondate, nei lati dove già non scorrono il fiume o i canali, da una canaletta e da una vasta fossa (non quella che chiamiamo oggi fossa bastioni!), allagabile in caso di assedio e, all'esterno di questa da una via coperta, da un vallo e via dicendo (sopra a destra Porta Pontecorvo in una stampa di fine 800, in cui la fossa appare ancora conservata). Opere simili vengono predisposte anche sul lato interno delle mura.
Di tutte queste opere, che nell'insieme, con la muraglia vera e propria, costituivano il sistema delle mura, oggi non resta quasi nulla, giusto la canaletta di cui sopra e un accenno di fossa in alcuni tratti ad est, per esempio all’esterno del bastione Cornaro.
Resta da dire del Castelnuovo: quello che è oggi chiamato bastione Castelnuovo non è che un abbozzo, o solo il nucleo centrale, di quello che doveva diventare il nuovo castello di Padova, di cui rimangono pochi disegni di progetto, che non permettono neppure di capire se e quale soluzione fosse stata scelta (sotto a sinistra un disegno attribuito al Sanmicheli). Il fatto è che nel momento in cui si dovrebbe passare alla sua realizzazione, Padova non è più città di importanza strategica: i confini della Serenissima si sono spostati più a ovest, a Verona e oltre, ed è lo stesso Sanmicheli, allora responsabile delle strutture di difesa, a sconsigliare di spendere ulteriori denari per fortificare una città strategicamente poco rilevante. Il progetto viene così abbandonato, come pure, a quanto pare, la bella porta d'acqua che si apre nella sua circonferenza, che viene quasi subito murata (nella foto sotto a destra).
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LE MURA FRA OTTOCENTO E NOVECENTO
A metà Cinquecento le mura hanno ormai assunto l'aspetto con il quale giungeranno praticamente intatte a fine ottocento: oltre 11 km di sviluppo, con 19 bastioni e 7 porte, più la porta d'acqua. Intatte salvo i danni provocati di proposito dai francesi nel 1801, quando apprestandosi ad abbandonare la città dopo la firma del trattato di Lunéville, minano i bastioni principali sul lato ovest (Impossibile, S. Giovanni etc) per renderli inservibili.
Le cortine saranno poi ripristinate con un muro sottile dagli austriaci: non per uso militare ma per chiudere la cinta daziaria, che coinciderà, fino a novecento inoltrato, con il perimetro delle mura (nella foto sotto, il muro fra torrione Buovo e Castelnuovo).
A fine ottocento, persa ormai ogni funzione militare, le mura, che nel 1882 vengono vendute dal demanio al Comune di Padova, cominciano a diventare un ostacolo alla libera circolazione e di conseguenza si cominciano ad aprire le prime di una quindicina di brecce (foto sotto a sinistra), nobile opera con risvolti sociali (l’impiego di manovali altrimenti disoccupati) che continuerà fino ai primi del novecento, producendo in qualche caso anche qualche persistente equivoco, come ad esempio chiamare "porta Trento" una barriera daziaria, realizzata là dove una porta non era più esistita da oltre quattro secoli. (Sotto a destra, si apre la breccia di Porta Savonarola)
Due porte, Saracinesca e Codalunga, vengono addirittura abbattute perché di ostacolo alla circolazione dei mezzi.
Sempre fra ottocento e novecento lunghi tratti di mura vengono rasi al suolo per realizzare viali di pubblico passeggio (lungo il Piovego verso il Portello, in via S. Pio X), altri tratti di mura e bastioni ospitano giardini pubblici (bastioni Savonarola, dell'Arena e Codalunga, con ampi tratti di mura adiacenti, come pure accanto al bastione S. Croce). Mentre la fossa, che ancora si manteneva, viene progressivamente riempita prima dai terrapieni delle guidovie, poi dalla strada di circonvallazione rettificata (foto sotto a sinistra, al torrione S. Giustina).
Buona parte dei terrapieni vengono svuotati per usare lo spazio per il tiro a segno (Moro I - Codalunga), o per costruirvi case per i lavoratori da parte di enti assistenziali, banche etc. (foto sopra a destra, il bastione Pontecorvo) o per realizzarvi il nuovo macello, mentre sul bastione della Gatta, già colpito da una bomba nel 1916, con tragiche conseguenze, viene costruito il serbatoio dell'acquedotto (foto sotto a sinistra).
L'episodio più nobile è quello delle scuole all'aperto per i bambini di debole costituzione, opera in cui Padova si mostra decisamente all'avanguardia (sopra a destra, un'aula della scuola Camillo Aita al bastione S. Croce).
Nella stessa linea, ma con conseguenze ben più distruttive, si realizzerà il reparto tubercolosi sul bastione Cornaro (qui sotto il progetto).
Sorte ancor peggiore, sebbene per motivi diversi, e assai meno nobili, subiscono le mura comunali (i tratti intermedi, come le mura carraresi, sono ormai già scomparsi da tempo). Ormai privatizzate, non sono ancora percepite come meritevoli di salvaguardia: sono già state forate in più punti da portoni, finestre e balconi, e spesso ridotte di spessore per ampliare i locali degli edifici addossati all'interno. Nel corso del Novecento ne vengono abbattuti quasi interamente nuovi lunghi tratti a puri fini di edificazione di abitazioni private, come per esempio fra l'odierno Largo Europa a Porta Altinate, o al Ponte delle Torricelle, oppure ancora in Riviera Tito Livio (caso che fu all'origine della nascita del Comitato Mura). Lo scempio continuerà purtroppo fino agli anni settanta.
In entrambe le guerre mondiali bastioni e porte delle mura veneziane vengono utilizzati come rifugi, mentre su alcuni bastioni vengono installate postazioni di artiglieria, alcune delle quali ancora visibili oggi, come al Moro II. L'uso improprio come rifugi antiaerei dei bastioni porterà ad una nuova tragedia nel 1944, quando 200 cittadini perderanno la vita al bastione Impossibile (il quale invece non ne verrà troppo danneggiato). (Sotto a sinistra ingresso al rifugio del bastione Impossibile, a destra Porta Savonarola trasformata in rifugio)
Infine, negli anni sessanta, la costruzione del nuovo monoblocco dell'ospedale civile e delle cliniche dall'altro lato di via Giustiniani spazza via un lungo tratto di mura.
Il resto è storia recente.
Ugo Fadini, 2009, sulla base di una conferenza del settembre 2008
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Le informazioni contenute nel testo sono desunte dalia bibliografia disponibile sull'argomento, a cui si rimanda per i riferimenti bibliografici e archivistici, e in particolare da:
- Le Mura di Padova - percorso storico-architettonico, Giuliana Mazzi, Adriano Verdi e Vittorio Dal Piaz, Il Poligrafo, Padova 2002 per le mura rinascimentali veneziane.
- Le Mura Ritrovate - Fortificazioni di Padova in età comunale e carrarese, a cura di Adriano Verdi, Panda Edizioni, Padova, 1987 e 1989.
- I luoghi dei Carraresi, a cura di Davide Banzato e Francesca D'Arcais, Canova, Treviso 2006 (in particolare i saggi di Adriano Verdi, Stefano Tuzzato e Antonio Draghi), per le mura comunali e carraresi e il castello.
- Nuovi dati sullo sviluppo della forma urbana di Padova fra VI e XVI secolo, Andrea Moneti e Antonio Draghi in Bollettino del Museo Civico di Padova LXXXII, 1993, per gli scavi in viale della Rotonda.
- Padova Romana, a cura di Hilde Hiller e Girolamo Zampieri, Grafiche Turato, Padova, 2002, per la topografia di Patavium romana e i ritrovamenti di opere interpretabili come cita muraria.
- Saggio stratigrafico presso il muro romano di Largo Europa a Padova. Relazione preliminare, a cura di A. Ruta Serafini e C. Balista, in Quaderni di Archeologia del Veneto IX 1993, Regione Veneto e Canova, VE-TV, 1993 (in particolare lo scritto di Stefano Tuzzato), per le mura romane di largo Europa.