Inaugurazione lavori(13 luglio 2019) - Lo avete letto sui giornali (i cui articoli riportiamo qui sotto): finalmente partono i lavori del primo lotto di opere di recupero e restauro delle mura rinascimentali, che nel corso dei prossimi due anni dovrebbero restituire alla fruibilità circa un terzo della cinta cinquecentesca, dal bastione Impossibile al Buovo (o Portello Nuovo). Si tratta di otto diversi cantieri, variamente finanziati, più quello dell'illuminazione dell'intera cinta, cruciale perché diventi almeno visibile nella sua interezza ed entri nella consapevolezza innanzitutto dei padovani, come hanno sottolineato i due assessori presnti all'inaugurazione, i due Andrea di palazzo Moroni, Micalizzi e Colasio, entrambi partecipi e consapevoli dell'importanza del momento, che non a caso hanno definito storico. Riuscendo finalmente a vederle e comprendendone  l'estensione e la complessità, e il valore, crescerà anche la voglia di vedere le mura interamente restaurate e recuperate, stimolando le amministrazioni che verranno a emulare l'operato delle due ultime, che hanno agito a staffetta, diciamo così, portando avanti l'una quello che aveva iniziato l'altra. Come dovrebbe avvenire sempre, per opere che interessano il patrimonio storico della città, che non ha colore politico.

All'inaugurazione del cantiere c'era anche una nutrita rappresentativa del Comitato Mura, non soltanto perché si trattava di un appuntamento che attendevamo da sempre, ma anche perché, per una coincidenza fortuita, ma opportunamente simbolica, l'autore del progetto, che dirigerà anche i lavori, è uno dei fondatori e membri storici dell'associazione, Adriano Verdi.

Recupero, dicevamo, prima ancora che restauro: e proprio di questo si tratta, nel caso del tratto di via Giotto, fra Porte Contarine e viale Codalunga. Un tratto in cui le mura si vedono dal Tronco maestro, per un tratto, ma non dalla via, che pure corre "sulle" mura, all'insaputa dei più... Il progetto di Verdi punta a renderle percepibili, facendole "riapparire" sotto i piedi di chi percorrerà la via a piedi. Stesso trattamento per porta Codalunga, demolita nel 1925, che "riapparirà" anch'essa, perlomeno nel suo perimetro, che verrà segnato a terra, come pure il ponte, ancora ben conservato sotto il livello stradale, come le indagini archeologiche di fine 2017 hanno confermato. A "ricostruire" la porta nel suo volume, sia pure virtualmente, provvederà poi il museo multimediale, che a primavera comincerà ad "abitare" stabilmente le mura, aiutando a vederle, conoscerle, capirle.

Intanto, nei prossimi mesi apriranno, in rapida successione, gli altri otto cantieri, che troverete elencati negli articoli dei giornali e di cui vi daremo notizia di volta in volta.

 

Qui sotto, le pagine dedicate all'apertura dei lavori sui giornali locali