Mura di Padova

Guida al sistema bastionato

rinascimentale


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Descrizione e guida - Settore F


Il ponte delle Gradelle di San Massimo

Il torrione Venier o del Portello Vecchio

 

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Descrizione e guida - Settore G


La porta Ognissanti o del Portello

Il porto di Ognissanti

Il torrione dell'Arena

Le Porte Contarine

Le mura lungo via Giotto

 

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Descrizione e guida - Settore A

La cortina fra i baluardi Moro I e II

(Guida p. 50-51)

 

(cliccare sulle immagini per aprirle)

 

La scomparsa della camicia in questo tratto di cortina ha messo

allo scoperto due brevi gallerie, forse delle sortite, cui si accedeva

dal lato interno del terrapieno, o del cavaliere che doveva esistere

in questo punto. I varchi di accesso sono ancora ben visibili.

 

L'ultimo tratto della cortina, a ridosso del Moro II, presenta all'interno

degli archi tamponati

 

 

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Informazioni pratiche


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Descrizione e guida - Settore A

Il cavaliere di barriera Trento

(Guida p. 53)

 

(cliccare sulle immagini per aprirle)


Il cavaliere, in alto a sinistra, nella pianta di Giovanni Valle, 1784 (in

basso a destra in bastione Impossibile)

 

Il cunicolo che si snoda sotto il cavaliere, in gran parte ostruito.

A sinistra il primo tratto, perpendicolare alla cortina, a destra

quello parallelo ad essa, tamponato all'altezza del ponte di via

Beato Pellegrino. La luce proviene da un'apertura sulla Fossa

Bastioni prodottasi per la perdita del'incamiciatura della cortina.

 

Un arco tamponato dietro l'ex casello del dazio di barriera Trento

potrebbe essere un ulteriore resto del cavalòiere, oppure dei

di contrafforti che forse rinforzavano il muro sul alto interno


 

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Descrizione e guida - Settore A

La porta Codalunga (demolita)

(Guida p. 42-43)

 

(cliccare sulle immagini per aprirle)


La porta nella pianta di Giovanni Valle, 1781-1784


L'aspetto della porta prima della ristrutturazione

(rilievo di G.B. Cecchini, 1857, segnalato da A. Boscardin 1998)

 

Della porta si conservano gli stemmi dei rettori, rimossi prima

della demolizione e conservati al Museo Civico. Quello di Pietro

Marcello (a sinistra) è esposto, a palazzo Zuckermann, mentre

quello di Andrea Magno è custodito nei depositi.


Jacopo Salomonio, nel suo corpus delle iscrizioni patavine,

trascrive quanto si leggeva sotto agli stemmi:

PETRO MARCELO P(RAE)T(ORE)

ANDREA MAGNO P(RAE)F(ECTO)

ANNO DOMINI MDXXI

Di recente Franco Benucci ha individuato nei depositi dei Musei

Civici alcuni conci in pietra, disposti alla rinfusa, che, messi nel

giusto ordine, formano l'iscrizione sopra riportata (senza la data).

 

Proposta di posizionamento dei resti di decorazione della facciata

(F. Benucci 2012)

 

La facciata lato città nel 1925 prima della demolizione, con il

serbatoio dell'acqua in costruzione

 

per saperne di più:

vai alla pagina del sito dedicata alla porta

leggi: A. Boscardin, Alla ricerca di una porta scomparsa,

in Padova e il suo territorio, n. 75,  ottobre 1998

 

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Descrizione e guida - Settore D

Un torrione, un canale, un unicorno

(Guida p. 88)

 

Nel Libro Secondo delle Imprese di diversi Principi, Duchi, Signori,

e d'altri Personaggi, et Huomini Illustri di Battista Pittoni, Pittore

Vicentino, con alcune stanze sonetti di M. Ludovico Dolce, 1566,

si trova anche l'impresa di Bartolomeo d'Alviano

 

Gli unicorni accompagnano alcuni degli stemmi dei d'Alviano affrescati

dal Pordenone nel castello di famiglia, ad Alviano (TR). Questi sono

sulla cappa di un camino

 

L'affresco pubblicato a pagina  88 nel suo contesto

 

per saperne di più:

 

Per ulteriori informazioni sul castello di Alviano visita i siti:

www.castellodialviano.it

Comune di Alviano - Portale Turismo

Filmcards: Il castello di Alviano (youtube)


Per gli affreschi attribuiti al Pordenone leggi:

Il Pordenone, Atti del Convegno internazionale di studio, Pordenone,

23-25.8.1984 (Comune di Pordenone), a cura di Caterina Furlan,

Biblioteca dell'Immagine, Pordenone 1985.

Il Pordenone, Caterina Furlan, Electa, Milano 1988.

Pordenone, un nuovo sguardo, Caterina Furlan, Giuseppe Barbieri,

Terra Ferma, Vicenza 2012


 

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Descrizione e guida - Settore A

Il torrione della Gatta o di Codalunga

(Guida p. 45-47)

 

(cliccare sulle immagini per aprirle)

 

L'alloggiamento del leone di San Marco è segnalato dalle due

mensole a volute poste sotto il cordone. Nel corso del restauro

è stato sottolineato con due tagli verticali nella muratura. Ai lati

gli stemmi dei rettori e le due gatte.

 

La gatta "piccola", con il topo (o il cucciolo) fra le zampe

 

Ai primi del Novecento, prima della costruzione del serbatoio

esisteva ancora la struttura della "Rotonda", il teatro-birreria

che ospitava spettacoli di ogni genere, dall'opera lirica al

"cinematografo" (tradizione, quest'ultima, che continua tutt'oggi!)

 

Il sacello memoriale

Nel sacello in memoria delle vittime del bombardamento del 1916

il lampadario ha una testa di medusa e la pala dell'altare è una

riproduzione del Cristo morto di Donatello dell'altare del Santo

 

 

per saperne di più:

vai alla pagina del sito dedicata al torrione

 

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Descrizione e guida - Settore B

La porta Savonarola

(Guida p. 61-64)

 

(cliccare sulle immagini per aprirle)

 

A sinistra una foto che ritrae la porta ancora senza il leone,

opera dello scultore monselicense Paolo Bolrdin, aggiunto coi

restauri del 1928-1930 (da Le mura di Padova di G. Rusconi, 1921);

al centro l'interno dopo i restauri, con il contrappeso del ponte levatoio;

a destra una foto degli anni '50 mostra l'interno utilizzato come deposito

di legna (vedi La cannoniera di porta Savonarola)

 

 

Iscrizione nell'attico della facciata lato città:

PORTA CVM MAGNA MVROR(VM) PARTE LVCVLENTIVS

REFECTA PROPVGNACVLVMQ(VE) ADIVNCTVM ET FOSSAE

ALTITVDO ATQ(VE) LAT(ITVDO) ADDITA PRIAMO LEGIO PATA

VINOR(UM) PRAEF(ECTO) PROCVRANTE ANDREA GRITO

SENATVS VENETI PRINCIPE

MDXXX

La porta splendidamente rifatta con gran parte delle mura,
e il vicino bastione aggiunto e la fossa
approfondita e allargata da Priamo Da Lezze,
capitano dei padovani, al tempo di Andrea Gritti,
principe del Senato veneto
1530

(NB: Principe del Senato veneto è il Doge)

 

Franco Benucci ha recentemente proposto di identificare la

divinità femminile posta nel clipeo destro della facciata esterna

(qui sotto a destra, con a sinistra Bacco) con Pomona anziché

Cerere, per la presenza di frutta in luogo delle abituali spighe di

frumento associate a Cerere

 

I due clipei della facciata rivolta verso la città, con Minerva a

sinistra e il Medoacus, divinità fluviale della città, a destra

 

Iscrizione sul parapetto nord del ponte antistante la porta:

PONTEM OLIM LIGNEVM VIATORVM COMODO

ET CIVIT(ATIS) ORNAMENTO RESTITVEND(VM)

ET LATERICIIS FORNICIBVS ROBORAND(VM)

CATHARINVS CORNELIVS VRBIS PRAEFEC(TUS)

ET PROPRAET(OR) AERE PROP(RIO) G

A(NNO) MDCCLXXXVII

Il ponte un tempo in legno, per comodità dei viaggiatori
e per ornamento della città dovendosi ricostruire
e rendere più solido con fornici in laterizio
Caterino Cornaro, capitano
e vicepodestà della città, con denaro proprio curò
nell’anno 1787

 


per saperne di più:

vai alla pagina del sito dedicata alla porta

 

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Descrizione e guida - Settore A

Il baluardo Moro I

(Guida p. 49-50)

 

(cliccare sulle immagini per aprirle)


Da sinistra, la faccia nordorientale del baluardo nel 1997,

dopo il crollo del 2000 e puntellata, prima dei restauri del 2009


Il fianco est non mostra più traccia delle cannoniere, mentre la

mensola del leone marciano sulla faccia nord est è ben conservata

 

 

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Descrizione e guida - Settore B

La porta San Giovanni

(Guida p. 70-72)

 

(cliccare sulle immagini per aprirle)


Iscrizione nella fascia marcapiano della facciata esterna:

SANCTI CONTAR(ENI) STEPHANI F(ILII) HVIVS

VRB(IS) PRAEF(ECTI) STVDIO ET DILIGENTIA OPVS HOC ET

INCOEPTVM ET ABSOLVTVM

(Grazie) allo zelo e alla cura di Santo Contarini, figlio di Stefano,
capitano di questa città, quest'opera (fu)
iniziata e completata


Iscrizione nell'attico della facciata lato città:

ANDREA GRITIO PRINCIPE OPTIMO

MVRIS CVM PROPVGNACVLIS VALIDIORIB(VS) REFEC(TIS)

PORTA TVTIORI RESTITVTA

PATAVIV(M) MVNITIVS ET ORNATIVS EST FACTUM

MDXXVIII

Al tempo dell'ottimo principe Andrea Gritti
le mura rifatte con bastioni più forti
la porta ricostruita più sicura
Padova è stata resa meglio fortificata e ornata
1528

(NB: il Doge è detto anche Principe del Senato veneto)


Ai lettori più attenti non sarà sfuggito che la "firma" di Giovanni Maria

Falconetto su porta Savonarola contiene un volgarismo: egli è detto

ARCHITETUS anziché ARCHITECTUS. Nelle analoghe iscrizioni a

porta San Giovanni la parola è invece corretta

 

Il camino nella parete nord prima e dopo il restauro

 

per saperne di più:

vai alla pagina del sito dedicata alla porta

 

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