(17 gennaio 2016) - Si sono da poco conclusi i lavori di restauro all’esterno del baluardo Santa Croce. Un intervento sulla metà orientale della struttura che si presenta all’esterno completamente restaurata, ma senza eccessive ricostruzioni, e con le cannoniere orientali (verso gli impianti sportivi del CUS) riaperte come in origine.

L’intervento dimostra con evidenza il valore paesaggistico che il sistema bastionato può assumere nel migliorare l’immagine della città, trasformando quello che oggi è spesso vissuto come uno “sfondo” sporco e degradato in un monumento da ammirare, soprattutto immaginando i risultati estesi al resto del circuito. A partire magari proprio da un intervento sull’altra metà del baluardo sul quale l’ultimo intervento conservativo risale al 1992 con inevitabile disarmonia tra le due porzioni.

L’obiettivo di questo scritto non è entrare nei dettagli tecnici e architettonici dell’intervento, bensì evidenziare alcuni passaggi che mancano per il suo completamento.
Con il recupero ottenuto sono infatti ancora più evidenti due situazioni inerenti quel tratto di mura che necessitano di una soluzione.

Il primo caso riguarda l’edificio (di proprietà comunale) collocato sopra al terrapieno del baluardo, praticamente a strapiombo sul lato interno della piazza bassa orientale. Si tratta di una struttura nata, negli anni ’20 del Novecento, come casa del custode della ex scuola Camillo Aita (oggi ludoteca comunale Ambarabà). A differenza della ex scuola, assolutamente da conservare, tale edificio, di nessun pregio architettonico, sfigura in modo evidente il baluardo, sia nella visione dall’interno della piazza bassa, spesso usata per spettacoli teatrali, piccoli concerti e attività culturali, sia dall’esterno lungo via Giordano Bruno, con un impatto ancora più evidente proprio grazie al intervento sviluppato nei mesi scorsi e, quindi, il Comitato Mura ne conferma la richiesta di eliminazione.

Il secondo problema ha origini molto più recenti e una risoluzione assai più semplice. Ci riferiamo alla recinzione collocata qualche anno fa proprio a pochi metri dal tratto su cui si è ora intervenuto. Essa fu posta per impedire di stazionare sotto le mura a causa del pericolo che qualche frammento potesse cadere a terra, visto lo stato di conservazione precario. Un pericolo oggi completamente superato dal restauro delle murature appena concluso. L’impatto di questa lunga e continua barriera è evidente. Essa si colloca all’interno dell’area di fossa, lo spazio verde, completamente libero, che circondava le mura e che proprio sul lato orientale del baluardo Santa Croce è ancora in buona parte conservato. Non si può non notare come la situazione non sia molto diversa dalla recinzione installata poche settimane fa da un privato all’esterno del baluardo Moro I in via Sarpi e di cui proprio gli uffici tecnici comunali, su segnalazione della nostra associazione, hanno disposto la rimozione.

E’ anche opportuno ricordare come in altre città (citiamo come esempio Ferrara, Lucca e Bergamo) che hanno fatto o stanno facendo delle proprie mura rinascimentali un simbolo identitario e un possibile attrattore di flussi turistici non vi siano ostacoli fino a sotto le cortine murarie proprio per ammirarle nella loro imponenza. Il recupero progressivo della percorribilità degli spazi delle mura è uno degli obiettivi più importanti del Piano per il Parco delle Mura predisposto dal Comitato Mura nel 2014 e fatto proprio dall’Amministrazione comunale.
Il Comitato Mura chiede pertanto la rimozione di questa recinzione.

Comitato Mura di Padova

 

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