IL PARCO DELLE MURA E DELLE ACQUE, UNA RISORSA PER LO SVILUPPO DELLA CITTÀ

 


Negli ultimi anni si è consolidata l’idea del PARCO DELLE MURA E DELLE ACQUE, con sempre maggiore consapevolezza e partecipazione tra i cittadini, i quotidiani locali, gli amministratori e le associazioni.
Dall’acquisizione nel 2015, da parte del Comune, del piano-guida redatto dal Comitato Mura,

si sta rafforzando anche la convinzione che l’imponente cinta bastionata rinascimentale – la più estesa ancora esistente, ma purtroppo anche il più grande e trascurato monumento di Padova – possa rappresentare una prospettiva sostenibile per il miglioramento della qualità della vita e, soprattutto, per uno sviluppo della città senza ulteriore consumo di territorio. In questa logica, la costituzione del Parco delle Mura – complementare al nuovo Ospedale, all’Università e al comprensorio fieristico – può rappresentare una forte e innovativa risorsa per l’evoluzione urbanistica della città.

Il Parco delle Mura per la città
Appare oggi più chiaramente che le Mura, più propriamente il Fronte bastionato, cioè quel sistema inscindibile di strada di circonvallazione, fossa, cunetta, cortina muraria, percorso di ronda, terrapieno e strada interna (fig. 1) oltre al valore culturale in sé, al fascino dell’architettura e degli ambienti interni e ipogei, possono divenire il filo conduttore di una nuova linea urbanistica. Intorno a esse si attesta infatti una lunga collana di aree in dismissione o sottoutilizzate. Una potenziale fascia continua di verde e rive fluviali, con uno sviluppo di 11 km, larga tra i 50 e i 300 metri, inserita nei quartieri più vissuti, in contatto diretto con le principali centralità cittadine: la stazione, il nucleo storico, gli edifici universitari e la comunità ospedaliera. Tenendo conto delle aree coinvolte, un’offerta disponibile di verde e servizi per la cultura, il tempo libero, l’accoglienza e il piccolo commercio compatibile, di oltre 2.000.000 di mq. Una superficie pari a più di 20 volte il Prato della Valle (fig. 2). Un patrimonio, attualmente ingombro di vegetazione infestante, di fabbricati incongrui, muri, siepi e recinzioni di ogni sorta, tubazioni e condotte, cabine elettriche e tecnologiche. Una risorsa che pertanto la comunità non solo non utilizza, ma neanche conosce!

All’interno di questa fascia anulare potrebbe essere realizzato un itinerario nel verde e in quota, separato dal traffico, salubre ed esposto al sole, sicuro e con vedute pregevoli, a collegamento delle zone più densamente abitate del centro. Mentre il restauro delle fosse, allagabili come vasche di raccolta e laminazione della prima pioggia, potrebbe dare un sostanzioso contributo alla sicurezza idraulica di tutta la città. Nel 2014, dopo decenni d’indifferenza, indecisione o interventi circoscritti, l’Amministrazione comunale ha iniziato a comprendere che liberare dalla vegetazione incolta, illuminare in modo appropriato, restaurare, rendere percorribile e valorizzare questo potenziale urbanistico può portare Padova a un cambiamento epocale (fig. 3).
È necessario però perseguire un restauro che non si limiti alla muraglia ma includa anche quegli spazi che erano e devono tornare ad essere trattati e vissuti come parte di un sistema, il fronte bastionato appunto, esteso quindi alle aree esterne della fossa e ai terrapieni interni, senza scordare le vie di circonvallazione esterna ed interna, oggi pienamente integrate nella città moderna, ma nate come vie militari.
Il fronte bastionato è stato per secoli un elemento identitario della città e può tornare a esserlo, naturalmente non più come strumento difensivo, ma come sistema di percorsi ciclabili e pedonali, di collegamento tra alcuni poli della città e catena di servizi culturali e ricreativi, informativi e ricettivi.

Il Parco delle Mura verso il territorio
Ma il Parco delle Mura non va concepito come racchiuso in se stesso!
Dalle origini romane, al Medioevo, al Rinascimento, la città fortificata di Padova è anche il baricentro di un territorio segnato da strade, corsi d’acqua e tracciati antichi, che collegano la città del Santo a centinaia di episodi d’arte e di tradizione nel territorio, ancora presenti e in gran parte recuperabili.
Recentemente – grazie a fondi locali, regionali ed europei – questo ricco sistema di terre e di acque del Veneto centrale, è stato densamente attrezzato con centinaia di passeggiate, sentieri e piste ciclabili. Ottenendo i primi riscontri economici e occupazionali, sta divenendo sempre più sede di attività e di nuove forme di vita all’aperto, escursionismo soft e turismo nomade, da parte di un pubblico eterogeneo ma accomunato da amore per le tradizioni, curiosità culturale e da una nuova coscienza naturalistica.
Il Parco delle Mura può divenire l’anello di arrivo e congiunzione di questa rete di itinerari, confermando Padova come baricentro del Veneto, integrato alle dinamiche regioni turistiche del Trentino, del Bellunese e al comprensorio lagunare di Venezia, dei colli Berici-Euganei e del Parco del delta del Po (fig. 4).

L’anello dei percorsi del Parco, interconnessi al sistema degli itinerari ciclopedonali dell’hinterland, potrebbe in pochi anni rilanciare Padova - oltre come città del Santo, delle Piazze, di Giotto come è oggi - come prototipo storico della città fluviale, con i suoi ponti, chiuse, approdi, saracinesche e canali. Quindi in prospettiva una Padova città dei fiumi, integrata e complementare, attraverso il Brenta e l’imponente rete canalizia connessa, alla oggi ben più famosa realtà di Venezia città lagunare.
Ma, insieme, Padova come centro di una regione d’insediamenti rurali e colture intimamente legate all’acqua, alle centuriazioni romane sovrapposte, al tessuto insediativo antico. Inaugurando, con inizio dal recupero delle mura, una politica precisa e capillare, che incentivi la cura paesaggistica e il ridisegno del territorio a partire dalle sue matrici stratificate, contribuisca al recupero della numerosa edilizia tradizionale ancora in stato di abbandono e degrado, affianchi ai percorsi lungo i fiumi storici (itinerari in massima parte già esistenti) componenti ricettive di qualità. Accrescendo in modo sostanziale l’offerta turistica a livello locale, regionale e internazionale. Portando Padova nel novero dei grandi centri culturali e turistici europei. Cosa che, dispiace dirlo, oggi non è.

Cosa si chiede alla prossima Amministrazione
Alla prossima amministrazione di Padova chiediamo di proseguire nell’azione di recupero del sistema bastionato secondo un progetto unitario, pena la perdita di senso e di efficacia, anche se da realizzare per settori.
Oltre alla salvaguardia e alla valorizzazione delle mura e alla capacità progettuale di riuscire a creare, intorno o anche al di sopra di esse, un percorso continuo, si auspica che il recupero delle decine di estese aree degradate oggi immediatamente adiacenti, che costituiscono un grave handicap e una lacuna impresentabile per l’immagine della città, sia assunto come uno degli obiettivi urbanistici prioritari della futura Amministrazione.

La valorizzazione, un uso efficiente di questo potenziale grande parco urbano lineare e i miglioramenti funzionali, di sicurezza e ambientali che ne deriverebbero per gli abitanti, il rendere visitabili gli spazi ipogei (fig. 5), la presenza di installazioni fisse di divulgazione e valorizzazione il più possibile immateriali, come già sperimentato con successo nel 2016 con la proposta di un Museo Multimediale delle Mura, che attendiamo sia approvata e resa definitiva, possono portare a un sostanziale incremento della qualità della vita, allo stesso tempo, e della città e dell’offerta turistica.
Si richiede pertanto a chi guiderà il Comune nei prossimi anni un’azione decisa per un Parco rivolto sia alla città che al territorio e la creazione di un tavolo tecnico di promozione e coordinamento non solo per la conservazione e il restauro ma anche per la valorizzazione e la gestione del fronte bastionato. L’Amministrazione potrà contare – al di là degli schieramenti politici – sul supporto e sulla partecipazione delle forti risorse associative e culturali della città per far diventare il recupero di questo complesso monumentale-naturalistico un caso nazionale, con le responsabilità e i vantaggi che da ciò potranno conseguire.

Nelle imminenti elezioni amministrative, il Comitato Mura, associazione apartitica per statuto, con la consapevolezza della sua quarantennale attività di studi, progetti e attività divulgative, offrirà tutto il suo appoggio d’opinione, culturale e tecnico ai Candidati che vorranno inserire nel loro programma questa visione più ampia e lungimirante del Parco delle Mura e delle Acque.

Associazione "Comitato Mura di Padova"

17 gennaio 2017