(16 agosto 2016) - Un trafiletto sul Mattino di sabato 14 agosto conferma che finalmente il leone marciano, o, più esattamente, i sui resti smembrati, torneranno presto al loro posto sulla faccia meridionale del baluardo Santa Croce.
Non siamo soliti attribuirci particolari meriti, se non quello di promuovere con costanza lo studio, la conservazione, e la valorizzazione, in senso prima di tutto culturale, delle mura di Padova nel loro insieme. Ma un’eccezione crediamo di potercela concedere, per una volta: è stato il Comitato Mura a lanciare e sostenere con caparbietà l’iniziativa (vedi articolo del 7-9-2015), preoccupato com’era dello stato di abbandono in cui da anni versavano le membra sparse del leone, depositate, e di continuo spostate, all’interno del baluardo, da quasi venticinque anni, da quando cioè furono ritrovate scavando all’esterno del bastione durante i restauri del 1989-91.

Non limitandosi alle parole, ma fornendo al Settore Edilizia Pubblica del Comune, grazie all’abituale, generosa collaborazione del Gruppo Speleologico Padovano CAI, un rilievo accurato della nicchia che ospitava il leone, passaggio indispensabile per la predisposizione del progetto, messo a punto dal  Settore e successivamente approvato dalla Soprintendenza.

Rimaneva l’ostacolo del finanziamento necessario per portare a termine il progetto. Una cifra peraltro esigua, se considerata nel quadro del programma complessivo di restauro delle mura che l’amministrazione si è impegnata a intraprendere. I denari alla fine sono stati evidentemente trovati e un piccolo, ma importante tassello del recupero delle mura va al suo posto.
Un grazie all’amministrazione comunale per questo primo, solo apparentemente modesto passo, che ne conferma invece la reale sensibilità al problema del recupero delle mura come patrimonio della città.

 

Il leone del baluardo Santa Croce

Il Mattino 14 agosto 2016