Il Mattino 18 gennaio 2016

(24 gennaio 2016) - Torna puntualmente sulla stampa locale (Il Mattino del 18 gennaio), assieme alla segnalazione dell'oggettiva carenza di posti auto per le necessità dell'ospedale, la proposta, da parte di una sigla sindacale, di realizzare un parcheggio nell'area attorno al baluardo Cornaro: definita, del tutto arbitrariamente, "abbandonata". Quell'area è invece parte integrante delle mura. Lo avevamo spiegato in dettaglio nello scorso aprile in un comunicato sottoscritto da tredici associazioni culturali. L'allora direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Claudio Dario aveva capito e la proposta era stata accantonata in favore di altre più sensate, tutte oggi ancora sul tappeto. Ci auguriamo, anzi siamo certi che il nuovo direttore Luciano Fior proseguirà sulla stessa linea, ma abbiamo ritenuto utile rinnonare pubblicamente la ferma contrarietà nostra e delle associazioni cofirmatarie, spiegandone le ragioni, nella speranza che anche i sindacalisti ne prendano atto e si smetta perlomeno di definire "abbandonata" un'area che ha una sua precisa ragion d'essere e che oltretutto costituisce uno dei pochi prati rimasti in una delle più cementificate città d'Italia.

Qui sotto il testo integrale del comunicato, riassunto in un trafiletto del Mattino di oggi.

 

No al parcheggio sotto al baluardo Cornaro

(Comunicato 22 gennaio 2016) - Puntualmente ritorna, quasi ad intervalli regolari, la proposta di alcune sigle sindacali dei dipendenti dell’Azienda Ospedaliera di trasformare l’area verde ai piedi del baluardo Cornaro e dei tratti di cortina muraria adiacenti in parcheggio per risolvere la crisi dei posti auto a servizio dell’ospedale.

Abbiamo già spiegato in diverse occasioni che l’area in questione NON è uno spazio abbandonato, ma è la fossa delle mura cinquecentesche (una fascia verde, priva di alberature e, in origine, allagabile per la difesa della città). Si tratta di una elemento integrante del sistema bastionato che proprio quasi solo attorno al baluardo Cornaro si conserva integro. Come già scrivemmo nell’aprile 2015: “Eliminato quello, sarebbe persa ogni possibilità di ‘vedere’ le mura per quello che sono: un sistema complesso di opere, di cui il muro è solo un elemento. Ferrara e Lucca sono ottimi esempi per capire. Cementificare la fossa equivale in tutto e per tutto a demolire un tratto di mura.” Se oggi quel tratto di mura non è in perfette condizioni, certamente non sarebbe aiutato da una distesa di auto sopra ad una delle sue parti.

Ribadiamo quindi la nostra più totale e netta contrarietà a questa ipotesi, ancora più irricevibile proprio nel momento in cui l’Amministrazione comunale sta per avviare un vasto piano di interventi per il recupero storico, culturale e turistico delle mura cinquecentesche.

Ripetendo quanto scritto alcuni mesi fa: “Il problema dei parcheggi per l’ospedale è oggettivo e sarebbe sciocco negarlo. Ma va risolto tenendo conto anche delle esigenze più generali di una città, che non è e non deve essere solo una aggregazione di dormitori e pubblici servizi, ma un luogo dove una comunità di uomini e donne possa curare il proprio corpo, ma anche la mente, per la quale nessuna medicina può sostituire cultura e bellezza”.

Comitato Mura di Padova
FAI – Delegazione di Padova
Italia Nostra – Sezione di Padova
Legambiente Padova
Gruppo Giardino Storico dell’Università di Padova
Ass. Progetto Portello
Ass. Lo Squero
CLAC - Comunità per le Libere Attività Culturali
Ass. Free Software Users Group
Società Archeologica Veneta onlus
Gruppo Speleologico Padovano CAI
Università Popolare di Padova
Ass. Arc.A.Dia


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Canaletto Marino Urbani planimetria baluardo e fossa

Il Mattino, 18 gennaio 2016 Il Mattino, 24 gennaio 2016