Il Matino 30 dicembre 2015

(6 gennaio 2016) - Lo scorso 30 dicembre un allarmato lettore segnalava al Mattino di Padova la scoperta che al piano superiore di porta Santa Croce è presente una cabina elettrica. Non sapeva, né lo sapeva la giornalista, che fra i mille usi cui sono state destinate le mura, dopo che nel 1882 il Comune di Padova le aveva acquistate dal demanio proprio per adibirle a usi "di pubblica utilità", c'è stato anche questo, che ha riguardato ben quattro delle cinque porte della cinta rinascimentale, come spiega il nostro presidente nella lettera di risposta in cui ha cercato di tranquillizzarlo (mentre, lo ricordiamo, la medievale porta Molino ospitava per una cinquantina d'anni il primo serbatoio dell'acquedotto).

Il nostro Presidente Adriano Verdi ha scritto a sua volta al Mattino per chiarire la situazione e la lettera, che riportiamo qui sotto, è apparsa il 4 gennaio. Non è una colpa ignorare che questo è stato per decenni un uso "normale" e autorizzato delle porte, e non è certo un uso di cui ci si possa rallegrare, ma così sono andate le cose per le mura, per troppi, lunghi anni. Oggi il clima è cambiato, c'è una diversa sensibilità, in particolare per le porte, riconosciute come "monumenti" di rilevante qualità estetica, ma,fortunatamente, ormai anche per le mura in generale. Come è già avvenuto per le altre porte, anche porta Santa Croce verrà sollevata da questo uso improprio. Nel contempo ci auguriamo che, se gli impianti lo meritassero, come nel caso di porta San Giovanni, una volta disattivati ne fossero conservate le parti più interessanti da un punto di vista di archeologia industriale. Non essendo i piani superiori dell porte troppo facilmente accessibili per un uso pubblico più intenso, adibirle a "museo didattico dell'elettricità", da far visitare alle scolaresche potrebbe essere una buona idea.
In calce alla pagina troverete qualche immagine della cabina di porta San Giovanni, disattivata ormai da qualche anno e in parte smantellata nel 2011..


Il Mattino 4 gennaio 2016

Spett.le
Redazione del Mattino di Padova

Padova, 30.12.2015

Leggo a pag. 20 del Mattino di oggi che il signor A. C., abitante vicino alla porta di Santa Croce, avrebbe “scoperto” che la porta cinquecentesca contiene una cabina elettrica. In realtà non è una novità che il sottotetto contenga ancora gli impianti di trasformazione elettrica della rete di illuminazione pubblica stradale. Le sovratensioni segnalate nell’abitazione privata non dipendono necessariamente dalla cabina sulla porta ma è comunque corretto chiederne conto all’ENEL. Non al Comune che è il proprietario della porta o a Hera Acegas che gestisce quella cabina. E tanto meno alla Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso il cui compito è di esprimere pareri su eventuali progetti d’intervento sul bene vincolato.
Per quanto riguarda invece l’uso improprio dell’antica porta e la sua salvaguardia e valorizzazione, comprese le aree immediatamente contigue, che sono certamente migliorabili (sul fianco ovest della porta è addossata una brutta cabina del metano), è il Settore Edilizia Pubblica del Comune che dovrebbe intervenire, e il Comitato Mura chiede che lo faccia quanto prima, sentita evidentemente la Soprintendenza circa le modalità. Quel Settore ha già provveduto negli anni scorsi a rimuovere la cabina di porta Ognissanti e, tra il 2010 e 2011, anche quella di porta San Giovanni, dove il Comitato Mura ha proposto e ottenuto che restassero alcuni impianti non pericolosi, in modo da testimoniarne l’uso avvenuto per un periodo di tempo non breve. Anche il primo piano di porta Liviana era stato adibito a tale scopo, ma gli impianti sono stati tolti ancora ai tempi della SADE. L’unica che si è “salvata” è porta Savonarola, probabilmente a causa dell’estradosso della volta a padiglione che con la sua sporgenza nel sottotetto ne impedisce un facile utilizzo.

Per l’Associazione Comitato Mura di Padova
Il Presidente Adriano Verdi


Porta Santa Croce, la porta di accesso alla cabina elettrica nel sottotetto e la cabina del metano addossata al fianco occidentale della porta, all'interno delle mura


Porta San Giovanni, gli impianti disattivati della cabina elettrica ospitata fino a qualche anno fa nel sottotetto