(6 dicembre 2019) - Le numerose dichiarazioni e prese di posizione delle ultime settimane sul tema della nuova pediatria e del Parco delle Mura e la divulgazione della documentazione sul futuro dell'area del Giustinianeo ci impongono un nuovo intervento per chiarire alcune questioni e far emergere nuovi elementi.
Non abbiamo mai messo in discussione la necessità di pazienti, famiglie e personale dei reparti pediatrici di Padova di avere una struttura più accogliente per chi è in cura e all'altezza delle notevoli professionalità che vi operano. Rispediamo al mittente, quindi, i tentativi di far passare per novelli "Erode" chi si preoccupa di altri aspetti e nuove potenzialità per la nostra città. Chi alimenta questa contrapposizione lo fa strumentalmente,
con toni e slogan irricevibili, come unico strumento per rispondere alle osservazioni sulla trasformazione del luogo.
Oltre due anni fa e poi ripetutamente in altre occasioni abbiamo evidenziato a tutti i livelli (Comune, Regione, Azienda Ospedaliera, Università) le criticità e le incongruenze delle scelte progettuali che si stavano portando avanti. Non sono mancate le proposte alternative, sempre sulla stessa area, con un approccio che provasse a tenere insieme le diverse istanze. Queste sollecitazioni non hanno però prodotto alcuna reale riflessione nei soggetti interpellati e di conseguenza, dobbiamo affermarlo con chiarezza, nessun ritardo nella tempistica di attuazione del progetto della nuova pediatria è imputabile ai nostri rilievi. Se quindi i nuovi reparti, così impellentemente e giustamente richiesti, non ci sono oggi le motivazioni vanno ricercate in altra sede, magari presso chi doveva attuarli.
Se i rilievi che abbiamo portato all'attenzione della cittadinanza hanno nel tempo coagulato gruppi e organizzazioni diverse e al momento opportuno si sono autonomamente attivate le attenzioni degli organismi istituzionali deputati alla tutela storica, paesaggistica e monumentale questo sta, evidentemente, a significare che non erano istanze di un gruppo di facinorosi "adoratori di pietre" ma espressione di una sensibilità più radicata e diffusa. Se chi di dovere avesse compreso queste ragioni oltre due anni fa certamente la città avrebbe potuto affrontare questo percorso di trasformazione di un'area così carica di significato in maniera più serena, costruttiva e soprattutto partecipata vista la concorrezza, riconosciuta da tutti, di più progettualità (nuovo Giustinianeo e Parco delle Mura) meritevoli di esistere su quell'area.
Si dice ora che il Parco delle Mura in quell'area ci sarà proprio grazie alla riforma dell'area giustinianea come applicazione dell'Accordo di Programma e delle varianti urbanistiche di cui pochi giorni fa sono stati resi noti contenuti e documentazione. Bene, finalmente, la diffusione di un piano generale su tutta l'area come anche richiesto dagli organi di tutela. Ma cosa contiene quell'accordo? Esaminandolo diverse contraddizioni emergono evidenti.
L'area del Giustinianeo sarà enucleata dal Centro Storico, pur essendone parte strutturale, e quindi non più soggetta a quegli strumenti di tutela propri del cuore della città comprese le (poche) norme di salvaguardia, invero spesso inosservate, per gli spazi del sistema bastionato previste dagli strumenti urbanistici comunali. Non proprio un passaggio operativo e concreto verso il Parco delle Mura.
Ma quali contenuti sono esplicitati nell'accordo di programma? Vi è sì un'analisi corretta e precisa delle caratteristiche storiche e morfologiche dell'area. Gli estensori del documento degli indirizzi programmatici hanno perfettamente inteso il sistema di relazioni tra le aree del sistema bastionato e cosa sia necessario liberare per risanare quell'ambito anche, non a caso, con espliciti riferimenti al materiale prodotto dalla nostra associazione in oltre quarant'anni di attività. Quando però si passa alle ipotesi operative i passaggi si condiscono di "possibilità" e non di cogenti scelte in accordo ai principi esposti e questo non può che far temere in un futuro in cui emergano nuove "emergenze" e "necessità inderogabili" che lascino lettera morta le migliori intenzioni. Non vi è un'esplicita indicazione riguardo a quali aree saranno cedute al Comune per la realizzazione del parco così come invece previsto dall'articolo 6 del pre-accordo stipulato da Regione e Comune nel dicembre 2017.
I documenti a corredo dell'accordo indicano correttamente, anche con i rendering diffusi ripetutamente dalla stampa, la necessità di liberare le aree esterne alle cortine murarie cinquecentesche come parte dell'originario spazio verde della fossa per ottenere il rispristino e la salvaguardia delle visuali originarie come prevedono anche le disposizioni di tutela. Per questo si immagina l'area ad ovest del baluardo Cornaro libera da edifici e nucleo essenziale del parco in quell'area. Immagini suggestive, peccato però che in quell'area insistano le attuali strutture pediatriche per le quali in sede di presentazione del progetto della nuova pediatria, era il Natale 2018, l'Azienda Ospedaliera ha affermato l'assoluta necessità del mantenimento per ospitare gli studi del personale medico e altre funzioni non di degenza. La contraddizione, non l'unica ma la più evidente, tra le previsioni dell'accordo di programma e quanto è stato già affermato e realizzato è quindi palese.
Manca infine, quale aspetto fondamentale di un accordo, un riferimento ad un orizzonte temporale per la realizzazione degli interventi previsti.
I materiali sull'Accordo di Programma per le aree ospedaliere (sia il Giustinianeo che Padova est) così come scaricati dal sito del Comune di Padova (file .zip)