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(31 marzo 2017) - Ripetiamo spesso che lo studio delle mura di Padova è ben lungi dall’essere concluso e che i restauri devono innanzitutto servire a conoscerle meglio, a comprenderne il funzionamento, a chiarirne le fasi costruttive.

La pulizia del tratto di cortina fra porta Ognissanti e torrione Venier, necessaria per realizzare il rilievo del paramento murario che sarà oggetto del primo intervento di restauro, affidato all’architetto Patrizia Valle, ha riportato alla luce l'angolo di una rientranza che le mura compivano a pochi metri dal torrione: la predisposizione per l'imbocco del ramo di canale che avrebbe dovuto proteggere la fortezza del Castelnuovo separandola dalla città. L'apertura fu poi tamponata quando si decise di abbandonare il progetto della fortezza e di raccordare il torrione Venier alle mura.

Era un fatto già noto, testimoniato, oltre che dalla cartografia di inizio Cinquecento, anche dalla sezione del muro che si legge perfettamente, cordone compreso, sul lato interno della muraglia, dietro la scuola Luzzatto Dina, segnalata anni fa da Maurizio Berti e già illustrata nella monografia sul Castelnuovo del 2011 e nella Guida del 2013. Ma del fatto che la rientranza risultasse così evidente anche all’esterno, si erano accorti in pochi e, di nuovo, solo Maurizio Berti ne aveva scritto in una rivista di restauro (Adriano Menin aveva riportato il dettaglio nel suo rilievo, purtroppo ancora in attesa di pubblicazione a dimensioni che lo rendano leggibile). Perché, sebbene ora la si distingua molto chiaramente, grazie al rinforzo in blocchi di trachite presente alla base, per anni non era stato più possibile notarla, nel muro coperto da una folta vegetazione sempreverde. Non si tratta di una semplice curiosità, è la dimostrazione, al di là di ogni ragionevole dubbio, che la rientranza c’era davvero e che la sezione che si vede all’interno del muro non era un abbaglio. E anche la dimostrazione che Canaletto, nei dipinti che illustrano porta Ognissanti, in cui la rientranza è ben visibile in primo piano, non inventava, non si affidava soltanto a memorie antiche, ma elaborava qualcosa che ai suoi tempi era ancora visibile, quando le mura non erano state ancora ridotte in altezza e il parapetto della rientranza forse c'era ancora.

Non è l’unico dettaglio tornato visibile in questo tratto di cortina, ci sono anche scoli di fossi e canalette, già individuati ma mai accuratamente documentati e tantomeno studiati, a dimostrazione che anche una semplice pulizia regolare, nel corso degli anni, avrebbe fatto miracoli per rendere le mura attraenti, al di là dell’aspetto “romantico” che può conferire loro la vegetazione. Che ha però il grave difetto di nascondere e, alla lunga, distruggere...

Ugo Fadini

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