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Confidiamo che quanto è apparso con grande risalto sui giornali di venerdì 30 aprile a proposito del progetto di sistemazione di Piazza Antenore, e in particolare della tomba dell'eroe troiano, sia il frutto di un equivoco in cui sia caduto qualche giornalista sprovveduto e magari duro d'orecchi.

Leggiamo infatti sul Gazzettino che "Le tombe del mitico fondatore della città e del suo cavallo verranno fatte ruotare e messe in asse con il palazzo della Provincia". "E del suo cavallo"?!? L'unica altra tomba nelle vicinanze è quella di Lovato de' Lovati, che lupo si chiamava (il nome questo significa e un lupo egli aveva nello stemma di famiglia), ma cavallo certamente non era!

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Quanto alla rotazione della tomba, fortunatamente è certo che la Soprintendenza mai la permetterebbe, né essa sarebbe in alcun modo giustificabile, visto che l’edicola che ospita la tomba lì è stata costruita intorno al 1284 da Leonardo Zise detto Il Bocaleca, qualche anno dopo la “scoperta”, da parte dello stesso Lovato, del supposto sepolcro di Antenore (che solo oggi sappiamo non essere tale), addossata alla facciata della chiesa di San Lorenzo, della quale il brano di muro in mattoni, ora forato da un arco sul lato ovest dell'edicola, costituisce l’ultimo avanzo, ancora in situ da ottocento anni…

Più semplicemente, e più sensatamente, se non ricordiamo male il progetto degli anni novanta, si tratterebbe di ricollocare la tomba di Lovato nella sua originaria posizione, "in asse" appunto con quella di Antenore: era infatti in origine addossata anch’essa alla facciata della chiesa, a destra, in posizione simmetrica rispetto alla porta d’ingresso, come appare nella veduta di C.L. Clérisseau del 1760 circa, segnalata qualche anno fa da Antonio Rigon.

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Speriamo che sia così. Che i fantasiosi articoli di ieri (quello del Mattino non parla di cavalli, ma di rotazione sì), non siano altro che, appunto, fantasie di giornalisti distratti e poco ferrati in storia padovana.

Non avrebbe senso che davvero l'assessore Boldrin, che è persona di cultura, avesse intenzione di cancellare un'ulteriore traccia del passato della città (l'esistenza della chiesa di S. Lorenzo) proprio nel momento in cui si sta cercando di ricostruire l'immagine della Padova carrarese, di cui la chiesa e la tomba di Antenore, assieme all'altra chiesa di S. Stefano (oggi palazzo della Provincia) e al ponte romano, oggi interrato, costituivano un episodio centrale.

Ugo Fadini, 2 maggio 2010