Il Mattino 6 marzo 2014

(Comunicato 30 maggio 2014) - In una lettera del presidente degli Amissi del Piovego Maurizio Ulliana, pubblicata dal Mattino di Padova lo scorso 25 maggio, si torna a indicare il Comitato Mura come coautore della denuncia a carico di Elio Franzin, per le accuse dalle quali è stato recentemente assolto.
Desideriamo precisare che l'associazione Comitato Mura di Padova non ha sporto alcuna denuncia, né contro Franzin in quell'occasione, né contro lo stesso Ulliana, il procedimento a carico del quale è ancora in corso. Non è nello stile dell'associazione, come non lo sono l'insulto e la delegittimazione sistematica, di cui essa è invece spesso vittima, come anche in questo caso.
Il Comitato Mura ha semplicemente segnalato all'ente proprietario (il Comune di Padova), nella fattispecie al Settore Edilizia Pubblica, i lavori di scavo in corso al torrione Castelnuovo, che interessavano un bene tutelato, che, ad avviso dell'associazione, esulavano dall'ambito di normali operazioni di manutenzione e per i quali non risultavano essere state rilasciate le necessarie autorizzazioni dell'ente proprietario e soprattutto degli organismi di tutela (Soprintendenze).
Il Comitato Mura riteneva quei lavori potenzialmente dannosi per il bene, oltreché pericolosi per i frequentatori dell'area (non erano segnalati o delimitati in alcun modo e la terra asportata era, e ancora è, ammonticchiata senza criterio attorno allo scavo).
Segnalare quello che appariva come un abuso e una fonte di pericolo era dunque semplicemente un dovere per un'associazione che ha come mandato statutario la salvaguardia delle mura; e l'intento della segnalazione era di far sì che quei lavori, se effettivamente non autorizzati, venissero interrotti e l'area fosse messa in sicurezza.
Il Settore Edilizia Pubblica ha poi deciso di sporgere le denunce che hanno portato ai due procedimenti sopra ricordati, dei quali il primo si è concluso con l'assoluzione di Franzin.
A noi non interessava che Franzin fosse condannato, e neppure denunciato (vale anche per Ulliana ed altri eventualmente coinvolti). Chiedevamo semplicemente, e continuiamo a chiedere, che certe leggi e regole fossero e siano rispettate e fatte rispettare, così come le rispettiamo noi e ci vengono fatte rispettare. La sentenza va contro la nostra convinzione che l'operato di Franzin e delle altre persone coinvolte infrangesse quelle regole e quelle leggi. Ne prendiamo atto, ma non per questo cambiamo idea.
Questi sono i fatti.

Consiglio Direttivo
Associazione "Comitato Mura di Padova"

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