22 luglio 2010 - Ci viene spesso chiesto quale sia la posizione del Comitato  Mura a proposito dell'auditorium, o, più precisamente, sull'utilizzo di Piazzale Boschetti.

La nostra posizione in realtà è nota, perché non è cambiata rispetto a quanto dicemmo, assieme alle altre associazioni interessate al problema, nel documento congiunto del 22 gennaio 2008, al quale rimandiamo il lettore paziente. In estrema sintesi: non era quello il luogo, che doveva rimanere destinato a verde come previsto dal Piano Regolatore del 1974; una volta "costretti" per le note vicende proprietarie a fare proprio lì l'auditorium, non era quello di Kada il progetto più adatto (molto meglio quello di Cecchetto, che per varie ragioni si è purtroppo deciso di non realizzare).

Di diverso, rispetto ad allora, c'è in sostanza solo un fatto, purtroppo grave: è stato autorevolmente chiarito (per primo dall'ex assessore all'urbanistica Luigi Mariani) che, ove non si costruisse lì l'auditorium, l'area verrebbe utilizzata per edilizia abitativa e/o commerciale.

Allora meglio, molto meglio l'auditorium, che con la sua mole incomberà pure sul Piovego e sulle mura, ma almeno avrà un suo valore architettonico, se pure discutibile, e sarà comunque uno spazio pubblico e accessibile, dal quale mura e canale si potranno comunque "godere", pur da distanza ravvicinata.

Sulle questioni idrogeologiche, sulle quali non abbiamo una specifica competenza, non mette conto spendere neppure una parola da parte nostra, talmente ovvio essendo il fatto che la situazione va esaminata con la massima attenzione e senso di responsabilità. Tutti i responsabili hanno assicurato, pubblicamente e ripetutamente, che lo faranno, effettuando tutte le opportune indagini: sono i nostri rappresentanti eletti e, fino a prova contraria, ci fideremo.

Nel dibattito sulla necessità o meno di un auditorium e di quali dimensioni, come associazione che si occupa della salvaguardia delle mura e più in generale del patrimonio architettonico della città, non avrebbe naturalmente senso che prendessimo una posizione, se non per segnalare, richiamandoci proprio al nostro ruolo istituzionale, la nostra simpatia per la proposta di Guglielmo Monti di realizzare la cittadella della musica utilizzando l'esistente: non vogliamo giudicare se possa essere considerata una soluzione alternativa soddisfacente rispetto alle esigenze, che non siamo in grado di valutare, ma salvare dall'abbandono e dal degrado, già purtroppo visibile, una struttura preziosa come l'ex cinema Altino di Quirino De Giorgio, con le sue due sale più l'ormai dimenticato teatro all'aperto sul tetto, oggi visibile a tutti grazie alle immagini dal satellite consultabili su internet (e per utilizzare il quale si potrebbero tentare invenzioni architettoniche e tecnologiche davvero creative) sarebbe comunque un risultato di cui la città potrebbe andare fiera. Senza sentirsi provinciale per il fatto di non avere un grande auditorium. A Padova c'è ancora tanto, di grande e dimenticato.

Comitato Mura di Padova