(21 giugno 2014) - Chi percorrerà via Goito nei prossimi giorni noterà probabilmente che qualcosa è cambiato. È improvvisamente apparso un bastione delle mura veneziane!
Stiamo ovviamente scherzando, il torrione Ghirlanda è sempre stato lì, quasi a metà strada fra il ponte della Sacra Famiglia e la passerella pedonale che collega via Marco Polo con Piazza Napoli. Solo che era quasi completamente coperto da vegetazione spontanea e dai rami ricadenti dei ginepri piantati in sommità negli anni Sessanta del Novecento, quando sul bastione fu realizzato il monumento ai caduti nella campagna di Russia.
In occasione dell’esercitazione “Padova 2014” della Protezione Civile, per interessamento del Comitato Mura e dell’Assessorato al Verde e in accordo con i Settori Edilizia Pubblica e Verde Pubblico, gli uomini della Protezione Civile, coadiuvati dal Gruppo Speleologico Padovano CAI, hanno provveduto a ripulire il piccolo torrione da gran parte della piccola foresta che lo aveva ricoperto nel corso dei decenni.
L’intervento di pulizia è stato condotto, in accordo con le autorità, dopo aver accertato che gran parte della vegetazione era costituita da rami ricadenti dei ginepri e da vite americana, entrambe piante i cui rami non producono radicamento profondo, che potevano quindi essere rimosse senza pregiudizio per la coesione delle murature, con solo una limitata presenza di parietaria e di edera, che è stata soltanto tagliata e non strappata, per evitare possibili danni. Un’iniziativa che ha visto dunque la stretta collaborazione fra ente pubblico proprietario, una sua articolazione come la Protezione Civile, che dispone di un nucleo specializzato nella salvaguardia dei beni culturali, e due storiche associazioni di volontariato culturale. In applicazione virtuosa del principio di sussidiarietà. Auguriamoci che questa modalità operativa possa riproporsi in un prossimo futuro per altri tratti di mura, visti gli importanti risultati.
 L’operazione, infatti, non ha solo ridato visibilità al bastioncino e a un tratto di mura che lo segue verso sud, ma ha permesso di ritrovare, ancora in buone condizioni, la cornice del leone marciano del bastione, da decenni scomparsa e visibile solo in alcune vecchie foto (come quella a pagina 83 della nostra guida “Mura di Padova”).
A qualcuno potrà sembrare un dettaglio trascurabile, ma ritrovare la cornice ha permesso di sfatare una leggenda, a suo tempo avvalorata da Pietro Paolo Martinati nel suo “Le mura nuove di Padova e il guasto”, pubblicato nel 1845, secondo cui il leone di San Marco inserito nella decorazione esterna di villa Serenella-Pacchierotti a Montemerlo proveniva probabilmente da questo torrione: troppo grande il leone per le piccole dimensioni della nicchia. Proviene certo dalle mura, ma sicuramente non da qui. Una misurazione accurata potrebbe in futuro rivelarne la vera provenienza.

Tutto sommato questo è un buon periodo per le mura di Padova. Non sappiamo se sia un benefico effetto collaterale della mostra “Padova è le sue mura”, in corso ai Musei Civici, il cui obiettivo esplicito è proprio quello di ridare visibilità alle mura. Ma è un fatto che, restauri veri e propri a parte (si sta concludendo quello di porta Portello), altri tratti di mura sono stati oggetto nei mesi scorsi di operazioni di diserbo, ancora in corso, che li stanno rendendo di nuovo visibili: parliamo del torrione dell’Arena e del Torrion Piccolo (via Loredan), con alcuni tratti di cortina compresa fra i due, e del breve tratto di argine che conserva i resti della porta Saracinesca e del ponte che la precedeva, in riviera Paleocapa.
Sono interventi di ordinaria manutenzione che dovrebbero essere condotti con regolarità, ma che la cronica carenza di fondi e la struttura dei finanziamenti regionali rendono rari e saltuari: in questo caso sono stati condotti, a quanto sappiamo, grazie ad avanzi di bilancio.
Ci auguriamo che il lavoro possa proseguire fino a raggiungere porta Ognissanti, restaurata di fresco, e poi ancora fino al quasi invisibile torrione Venier: il quale, con il suo paramento sconnesso, avrà invece bisogno di un intervento assai più complesso e costoso, che completi quello che pochi anni fa ha interessato una piccola porzione del suo perimetro sul versante del parco Venturini-Natale.
La visibilità delle mura non è certo condizione sufficiente per garantire loro un futuro, senza buone idee per un loro riuso compatibile, ma ne è sicuramente una premessa necessaria. In attesa di conoscere le intenzioni della nuova amministrazione, godiamoci intanto questi piccoli, importanti risultati.

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La notizia sul Gazzettino del 26 giugno 2014

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