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11 novembre 1916 - 11 novembre 2016

CENTENARIO del BOMBARDAMENTO

del BASTIONE della GATTA


Per l'occasione, nei giorni 11, 12 e 13 saranno aperti al pubblico:

il sacello-memoriale, via Citolo da Perugia, sotto la torre-serbatoio
la Casa del Mutilato, Piazza Mazzini 40

in entrambe le sedi videoproiezioni storiche a ciclo continuo

 


Il sacello

L'apertura del sacello votivo per il Centenario del bombardamento, eccezionalmente prolungata per tre giorni, precede l'avvio dei lavori di restauro di questo importante monumento, troppo a lungo dimenticato, che si svolgeranno nella prima metà del 2017. Pur se in ritardo sull'importante anniversario, con l'intervento di recupero arriva ad un primo e concreto risultato il percorso avviato quasi nove anni fa, era il 2008, dal Comitato Mura di Padova che, sempre in collaborazione con le amministrazioni succedutesi nel tempo, ha prima fatto sgombrare il magazzino che occupava lo spazio del sacello e ha quindi iniziato un progetto di "riemersione" della memoria e un'azione di valorizzazione culturale dello spazio tramite regolari aperture, pubblicazioni e mostre, semmpre accompagnate da un continuo lavoro di ricerca per il recupero dei frammenti di questa, che, seppur tragica, è una delle tante storie dentro la storia delle mura di Padova.

Un legame intenso unisce Padova con gli avvenimenti della Grande Guerra. La nostra città fu infatti "capitale al fronte" dopo i fatti di Caporetto; qui, in zona Santa Croce, e poi ad Abano ebbe sede il Comando Supremo delle Forze Armate e infine a Villa Giusti alla Mandria fu firmato l'armistizio che chiuse il terribile conflitto.
Per Padova in quel periodo non ci fu solo l'onore di illustri ospiti militari, ma anche un concreto prezzo civile da pagare. Se qui la linea del fronte non arrivò mai, arrestandosi gli austriaci sulla linea del Piave, a Padova giunse una nuova e terribile, per allora, tecnica di attacco: il bombardamento aereo. Incursioni dal cielo certamente assai limitate, se paragonate a quelle del secondo conflitto mondiale, ma assolutamente terrorizzanti proprio perché inedite e in grado di portare, per la prima volta, la guerra lontano dalla prima linea, coinvolgendo anche i luoghi quotidiani della vita civile.
Durante la prima guerra mondiale Padova subì diciannove bombardamenti che, seppur con ridotte capacità distruttive in senso militare, furono di notevole impatto sulla popolazione. Furono colpiti, in vari momenti: il duomo, via Savonarola, la chiesa dei Carmini, il teatro Verdi, i palazzi comunali. In totale oltre duecento edifici colpiti, ma il più grave esito di questi raid aerei fu sicuramente la strage dell'11 novembre 1916 al bastione della Gatta.
Numerosi sotterranei delle mura cinquecentesche, infatti, sembrarono allora (e anche, purtroppo, durante la Seconda Guerra Mondiale) un luogo di sicuro rifugio contro gli ordigni provenienti dal cielo.

L'incursione iniziò verso le 19,30 e fu breve in senso strettamente bellico, con 12 ordigni sganciati, ma pesantissima negli effetti. L'allarme giunse solo quindici o venti minuti prima e molti abitanti della zona di piazza Mazzini accorsero al "rifugio". Una bomba, forse diretta alla vicina ferrovia, centrò l'ingresso delle casematte del torrione. Per tragica fatalità i padovani che qui erano accorsi si erano stipati proprio in quel punto perché la parte più interna della struttura era allagata a causa di piogge recenti. Si contarono novantatre vittima, alcune delle quali colpite dalle schegge e molte, sospinte dallo spostamento d'aria, annegate all'interno del bastione. Come spesso accade in questi tragici episodi, perirono intere famiglie dai nonni fino ai nipoti, con il 40% delle vittime sotto i sedici anni.
In un'epoca in cui gli attacchi aerei erano molto discussi e per alcuni addirittura illegittimi, proprio per il rischio a cui sottoponevano i civili, questa strage destò una grande impressione ed ebbe una risonanza internazionale al punto che la città di Padova non subì ulteriori incursioni aeree per oltre un anno.

Le esigenze della città moderna portarono a costruire in quel luogo, pochi anni dopo, nel 1925, uno dei primi serbatoi dell'acquedotto creando, sulla sommità del bastione e sul vicino tratto di mura, un giardino pubblico (oggi noto soprattutto per il cinema estivo qui ospitato). Una costruzione a cui fu dato l'aspetto di una torre cilindrica, ma che alla base nasconde una cappella votiva circolare. Un luogo della memoria in seguito dimenticato e ancora ignoto alla gran parte della cittadinanza.

 

Orari di apertura

SACELLO MEMORIALE, via Citolo da Perugia, alla base della torre-serbatoio dell'acquedotto

Venerdì 11 novembre, dalle 10,00 alle 12,30 - Alle 10,30 Santa Messa a cura della Parrocchia di S. Maria del Carmine

Sabato 12 novembre, dalle 10,00 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 17,00

Domenica 13 novembre, dalle 10,00 alle 12,30

All’ interno videoproiezione sulla storia del bombardamento e sulla costruzione della struttura e inoltre, apertura straordinaria al pubblico della

CASA DEL MUTILATO, Piazza Mazzini 40
in collaborazione con l’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra

Venerdì 11 novembre, dalle 10,00 alle 12,30

Sabato 12 novembre, dalle 10,00 alle 12,30

Domenica 13 novembre, dalle 10,00 alle 12,30

All'interno videoproiezione sulla storia dell’edificio


> vai alla pagina dedicata al torrione della Gatta o di Codalunga

 

Il servizio del TG Padova di Telenuovo in occasione del centenario del bombardamento

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Il servizio del TG di TV7 sulla commemorazione della strage e sull'apertura della cappella (2011)

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Un altro servizio, del TGPadova di Telenuovo sull'apertura del sacello e sulla richiesta di un intervento di restauro (2014)

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