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Completata nel 1528, la porta è opera dell'architetto Giovanni Maria Falconetto. Le facciate principali, larghe 14 m e col fronte esterno a filo della cortina, sono entrambe impostate secondo lo schema classico dell'arco di trionfo tripartito e sono interamente rivestite con lastre di pietra trachitica, salvo il parapetto che, con due feritoie per parte, indica ancora la sua funzione militare. Tuttavia esse sono notevolmente differenti: all'esterno l'ordine principale è composto da quattro colonne libere, con fusti in trachite che risaltano sulla superficie liscia della pietra, mentre l'ordine interno è formato da quattro lesene su un campo murario bugnato. Ai lati dell'arco d'accesso centrale sono collocate all'esterno due porte pedonali simmetriche, di cui solo quella meridionale era realmente funzionante, incorniciate da lesene e sormontate da frontoni triangolari, mentre all'interno le porte secondarie mancano. Il piano attico mostra ai lati due coppie di stemmi in pietra d'Istria, sia all'interno che all'esterno. La posizione centrale esterna era occupata dal leone marciano, abbattuto dell'esercito napoleonico, mentre all'interno vi è scolpita la scritta dedicatoria con la data del 1528, che ricorda il doge Andrea Gritti. La scritta sull'architrave esterno ricorda che l'opera è stata iniziata e conclusa durante il rettorato di Sante Contarini, figlio di Stefano, capitano di Padova nel 1527. Il suo stemma è appeso a destra tra le iniziali S.C., mentre lo stemma di sinistra, con le iniziali P.M., è quello di Pandolfo Morosini, podestà nel 1526. All'interno lo stemma del Contarini viene ripetuto sulla destra, mentre sulla sinistra si trova quello di Maffeo Michiel, podestà nel 1527.
Lo spazio interno è quadrato, con pilastri angolari sporgenti e volta a crociera. Da una porta al centro del fianco esterno meridionale si accede alla scala che sale nello spessore della muratura fino al piano del sottotetto. A sud della porta, all'interno della cortina muraria, è situata la casamatta per l'artiglieria che copriva la faccia settentrionale del Baluardo San Giovanni.
Il ponte settecentesco presente all'esterno permetteva di scavalcare l'area del fossato (più largo e profondo dell'attuale spazio, eroso dalla viabilità moderna).
Sull'esterno la porta è lambita da un piccolo (e attualmente maleodorante) canale chiamato fossa Bastioni che corre lungo le mura dal bastione Saracinesca a quello della Gatta.

(testo tratto da A. Verdi, Porte, bastioni, cortine, in G. Mazzi, A. Verdi, V. Dal Piaz, Le Mura di Padova, Il Poligrafo 2002, con integrazioni)

 

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La facciata esterna e il ponte

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La facciata interna, verso la città

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I fianchi

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L'interno

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La cannoniera e i resti della camatta

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