logo PAMU(23 luglio 2018) - L’idea visionaria di un “museo narrante”, che racconti in modo emozionante e coinvolgente la storia e la consistenza delle mura di Padova “da dentro” le mura stesse, con rigore scientifico ma con leggerezza, nello stile del racconto e nell’assenza di strutture invasive, un “museo diffuso” lungo gli undici chilometri della cinta veneziana, ha fatto un altro importante passo avanti, dopo la sperimentazione del MMM degli anni scorsi.

Mercoledì 18 luglio al torrione Alicorno sono stati illustrati, presenti il sindaco Sergio Giordani e gli assessori Andrea Micalizzi e Andrea Colasio, gli esiti del progetto PAMU - Parco Multimediale delle Mura di Padova.

Si tratta di un progetto finanziato dalla Regione del Veneto con fondi europei FSE, proposto da Alessandra Ferrighi, docente dell’Università IUAV di Venezia e responsabile scientifica, coadiuvata da due colleghi dell’Università di Padova, Cosimo Monteleone del Dipartimetno ICEA e Sergio Canazza del DEI. Quattro assegnisti, con competenze diverse, Alessandro Russo, Emanuela De Feo, Matteo Breschigliaro, Eleonora Venier, hanno lavorato ciascuno presso quattro aziende partner del progetto (rispettivamente Pallino&Co, LTS, Eggon e Coop Culture), a loro volta specializzate nei diversi ambiti professionali che la costruzione di una struttura multimediale articolata richiede e hanno prodotto una nuova ipotesi di museo narrante, che si affianca e potrà facilmente integrarsi con quanto realizzato negli anni scorsi dal Comitato Mura, che, non per caso, ha partecipato al progetto come partner di rete, come pure l'ISAM (Istituto di Storia dell'Architettura Militare).

In quest’ottica, i casi studio per i quali sono stati ideati e realizzati i materiali hanno riguardato tre ulteriori tappe del circuito delle mura di Padova, il torrione Alicorno e le porte Pontecorvo (Liviana) e Codalunga, che si vanno così ad aggiungere ai tre che sono stati oggetto della sperimentazione del MMM.
Il progetto PAMU, che ha comportato ovviamente una lunga fase di ricerca d’archivio e di messa a punto di modalità narrative e strumenti tecnici, ha prodotto in primo luogo tre narrazioni, che fanno largo uso, oltre che di immagini storiche, ravvivate da efficaci animazioni, di elaborati modelli 3D, basati su rilievi laserscanner, che sintetizzano in modo efficace l’evoluzione edilizia dei manufatti, ma anche quella, assai mutevole, del contesto urbanistico nel quale sono sorti e si sono poi venuti a trovare nel corso dei secoli.

modello 3D di porta Codalunga

Nel caso delle due porte, i modelli sono stati poi ulteriormente elaborati con la tecnica della realtà aumentata, per permettere al futuro visitatore, mentre ammirerà, ad esempio, porta Liviana, di vederne nel proprio smartphone o tablet, per mezzo di un’app, lo stato precedente sovrapposto a quello attuale, che avrà davanti a sé. Nel caso di porta Codalunga l’effetto sarà ancor più efficace e sorprendente, trattandosi di una porta non più esistente: la si potrà vedere, sullo schermo, proprio là dove è stata fino al 1925, al centro di viale Codalunga. E la si potrà vedere sia come si presentava allora, trasformata in barriera daziaria, sia com’era prima della trasformazione e infine nel suo aspetto iniziale, al tempo della sua inaugurazione, nel 1521.

Se la forma del racconto nei filmati del PAMU è un po’ diversa rispetto a quella, più teatrale, adottata per il MMM, identico è l’approccio “immateriale”, comune la scelta di proiettare le immagini direttamente sulle murature, uguale l’approccio non invasivo. Non sarà difficile integrare i due progetti in un’unica proposta omogenea e nello stesso tempo articolata in più livelli di lettura e di approfondimento, che possa soddisfare le diverse attese di pubblici diversi.

homepage sito PAMU

Per il progetto è stata elaborata una grafica del tutto nuova, che caratterizza anche il sito appositamente realizzato, www.parcomurapadova.it, che vi invitiamo a visitare per visionare le versioni brevi delle narrazioni filmate e farvi un’idea del progetto in generale.

Ulteriore apporto del progetto nella direzione della effettiva nascita del museo/parco come realtà permanente è costituito da un piano di gestione, che indica il possibile percorso da seguire per organizzare una struttura di notevole complessità, costituita da una serie di postazioni distribuite in un territorio molto ampio, gli undici chilometri della cinta muraria, con dotazioni tecnologiche delicate, da mantenere in efficienza in ambienti non sempre ideali e che necessita quindi di personale anche qualificato.

Il sindaco e gli assessori presenti hanno manifestato grande apprezzamento, come già per la precedente sperimentazione, e hanno ribadito che si adopereranno perché il “museo narrante” delle mura di Padova divenga presto una realtà concreta (anche se “immateriale”!). Forse già nella primavera del 2019. Il percorso ormai è tracciato.

 

Guarda il servizio del Mattino di Padova online del 21 luglio 2018

 

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